Casa accade sull’Etna? Indicazioni per evitare le fake news

Il 24 dicembre si è aperta una nuova fase eruttiva dell’Etna, il vulcano più grande d’Europa. All’inizio quello che sembrava essere solo una manifestazione spettacolare della natura, col passare delle ore ha preoccupato non poco la popolazione di Catania e provincia, soprattutto per i numerosi terremoti.

Proprio la notte tra 25 e 26 si è verificato il sisma più violento 4.9 Richter ad appena 1km di profondità. Tanta paura, molti danni ma per fortuna nulla di più grave. A questo punto la popolazione ha preso coscienza del fatto che questa volta l’Etna fa sul serio. Così, i tanti avvoltoi che infangano chi cerca di fare un’informazione corretta e utile, hanno iniziato a diffondere panico e fake news.

Anche se non riguarda i nostri territori, mi sembra giusto fare una giusta informazione, anche perché noi napoletani conviviamo con il Vesuvio che è un vulcano ben più pericoloso dell’Etna.

Sono settimane che la “Signora” come la chiamano da quelle parti, è sotto osservazione e aveva dato già molti segnali di ripresa delle attività. L’osservatorio dell’INGV di Catania era già preparato. Ovviamente la natura ama sorprendere e lo ha fatto scatenando un’eruzione laterale. Una fenomenologia non nuova per l’Etna, ma senza dubbio tra le più pericolose.

Il 24 dicembre verso le ore 12 si è aperta una fessura eruttiva lunga circa 2 km ed orientata in direzione NNO-SSE nella Valle del Bove. Il fenomeno è stato caratterizzato dall’intrusione di magma nell’alto fianco orientale del vulcano, che ha generato un intenso sciame sismico e vistose deformazioni del suolo. Il tutto collegato all’attività dei crateri di Sud-Est che sono interessati da attività stromboliana già da alcune settimane. Queste fessure eruttive si trovano tra i 3000 e 2400 metri, insomma in zone molto alte.

Il continuo sciame sismico, generato da questa importante infiltrazione di magma, preoccupa i vulcanologi dell’INGV e il Direttore, Eugenio Privitera è stato chiaro: “Non si può escludere un’apertura di bocche a quote minori da dove si sono aperte adesso, in particolare modo nella zona di Piano del Vescovo a sud della Valle del Bove. Se ci riuscirà, non lo sappiamo. Stiamo potenziando i sistemi di rilevamento sismici e Gps della deformazione del suolo in quella zona. La forte sismicità non ci lascia tranquilli. Vediamo come evolverà. La situazione ricorda quella dell’ottobre del 1984″.

Insomma una situazione da monitorare ma che riguarda strettamente l’Etna, un vulcano che potremmo definirlo abitudinario con dei cicli ben conosciuti dagli studiosi. Quindi non credete a chi scrive che Etna e Stromboli sono collegati, non è vero. Sono due vulcani totalmente differenti. Non leggete le frottole sul vulcano sottomarino Marsili, ogni volta che si scatena, purtroppo, uno tsunami da qualche parte nel mondo. Non allarmatevi ogni volta che leggete terremoto sul Vesuvio o ai Campi Flegrei. Imparate a scremare l’informazione giusta da quella sbagliata. Ma soprattutto prendete coscienza che abitiamo in un territorio con due vulcani attivi che devono essere rispettati. Fare come gli struzzi, mettendo la testa sotto la terra, non fermerà il corso della natura. Invece si deve fare di tutto per farsi trovare pronti per quando sarà, tra cento o mille anni non ha importanza.