De Laurentiis

Un Oscar da poter assegnare ad Aurelio De Laurentiis

De Laurentiis ha ragione nell’assegnare l’Oscar della pazienza a Carlo Ancelotti, anche perché il clima rovente di quest’anno difficilmente sarebbe stato gestito in maniera migliore. Al tifoso assegna quello dell’irriconoscenza, identificandolo come eterno insoddisfatto. Categorizzati all’abituale sensazione di scoramento. “Se non sono primi non sono contenti“.

Questo attualmente in corso passerà come l’anno delle rivendicazioni e delle lotte intestine. Tra scriteriati suggerimenti nel creare una seconda squadra e la costruzione di uno stadio fuori dal territorio campano. Non solo, le sentenze, ormai, sono emanate per i soli tifosi che non gremiscono più gli spalti, perché accusati dell’improvviso disamore per il Napoli.

Ma voi non vi offendereste dinanzi ad un’accusa del genere? Qui non parliamo dell’assenza protratta del solo tifoso occasionale, bensì di abbonati datati e consumati. Persone, tra le quali, per anni, con sacrificio e dedizione, hanno sempre sostenuto le gesta di questa squadra.

Opinionisti e giornalisti a mezzo stampa che si proclamano fautori della verità assoluta è quanto di più deleterio.

Ormai i toni pacati, quelli volti alla mediazione, sembrano non appartenerci più. Pronti al varco per far esplodere una guerra condita sul disprezzo alterco e ragioni da conquistare.

Per quanto mi riguarda, non è così che si riportano le persone allo stadio.

Mettiamoci in discussione, tutti.

Non calchiamo la mano solo da una parte per paura di perdere il benamato accredito in tribuna stampa. Motiviamo il malcontento nella sua interezza.

È stata una buona mossa quella di non fare la campagna abbonamenti? Dove sono questi impedimenti che avrebbero chiuso i diversi settori allo stadio per i lavori di ristrutturazione per le Universiadi? Quale clima di cordialità è stato creato durante questi anni con la platea napoletana.

Tifosi imborghesiti? Stanchi delle vicissitudini tra la società e il comune con il risultato di uno stadio sempre più fatiscente? Il problema è che siamo qui a meravigliarcene quando non si è mai fatto nulla per avvicinare il pubblico a questa squadra.

Dimaro non basta per chi vive di calcio 365 giorni l’anno. Non basta se la città in questione si chiama Napoli.

Anche chi non è condizionato da questi contorni non può biasimare quella frangia di tifosi che, ad oggi, ha deciso di restare a casa. Non si può condannare, né tanto meno arrogarsi del diritto di declassare questa schiera come tifosi di serie B. Dietro ogni insurrezione c’è una storia, c’è sacrificio, c’è l’amore di una vita dedito a questi colori. Il quale, nonostante le vicissitudini, non cesserà mai.

Le ostilità, caro Presidente, rischiano di sfociare nell’indifferenza. Colei che non comporta meriti nel poterle assegnare l’Oscar più rilevante, quello della saggezza.