Napoli

Le zone d’ombra del finale di stagione del Napoli

Penso che molti di voi ne abbiate viste di partite di calcio. Non parlo solo del Napoli, ma in generale chi ha una forte passione per questo sport nutre sempre un particolare interesse quando in tv c’è una partita da seguire. Obiettivamente, possiamo decretare con certezza che il Napoli delle ultime due uscite sia una squadra che risulti svogliata e poco volenterosa? Davvero possiamo avere la certezza della superficialità di cui questa squadra è stata accusata? Di zone d’ombra e incertezze ce ne siamo avveduti, questo risulta obiettivamente vero. Anche Carlo Ancelotti ha espressamente dichiarato la sua delusione per le prestazioni viste nelle gare contro Empoli e Genoa. Le ragioni sarebbero da ritrovare in un sistema difensivo poco propenso nel pressare gli attaccanti avversari, con la conseguente confusione tattica che ha influito sui vari reparti. Una distanza troppo ampia che non ha giovato al collettivo e impedito i consueti flussi di gioco a cui si è abituati a vedere.

L’ANALISI TATTICA DELLA PARTITA

Se valutiamo attentamente le fasi di gioco, ci accorgeremo come il Napoli ha giocato due partite diverse nei due tempi di gioco. Durante la prima frazione la compagine azzurra non riusciva nel filtrare il proprio gioco, demerito attribuito ad un raggio di gioco notevolmente lungo.

La difesa è alta ma le linee di passaggio sono bloccate centralmente. Allan imbottigliato tra i centrocampisti genoani e la trequarti azzurra che non accorcia per ricevere il pallone.

 

Il Genoa, in fase di ripartenza, metteva in risalto il disordine tattico di cui Ancelotti ha parlato nel post-gara.

Pressione sterile: Allan e Fabian risultano alti e senza marcature al loro seguito, al punto da ritrovare Pandev solo e smarcato nel cerchio di centrocampo. Inoltre, Callejon, disposto sulla trequarti di gioco, è costretto a ripiegare centralmente e non lateralmente. L’equivoco tattico è da ritrovare nella foto successiva.

 

Le linee di reparto dei nostri avversari sono parse più omogenee, confluendo in una maggior qualità di possesso palla e cogliendo varie volte di sorpresa un Napoli apparso impreparato.

L’errore tattico si evince da questa foto: sia Hysaj che Callejon occupano la stessa verticale di gioco, lasciando la fascia destra in balia delle ripartenze degli avversari. Inoltre, i tempi di contatto in marcatura risultano lunghi, si denota dalle distanze che intercorrono tra Koulibaly, Hysaj e gli attaccanti del Genoa in fase di ripartenza.

UN NAPOLI CHE RIORDINA LE IDEE

Il secondo tempo il Napoli rinsavisce e ritrova, quantomeno, una geometria di gioco sufficiente nel garantire una distribuzione della palla più vicina ai suoi normali standard di gioco.

Le linee tra i reparti sono più strette, il raggio d’azione si riduce notevolmente e Allan, libero da marcature, riesce a manovrare con maggiore facilità.

 

I correttivi vengono apportati sia in fase di possesso che in fase di copertura

Raccordo tra centrocampo e l’attacco con una maggiore trasmissione di passaggio. Ritorna l’alternativa del cambio di gioco grazie ad una maggiore ampiezza sul campo di gioco.

 

Dove prima Pandev risultava privo di marcature, grazie al riassetto tattico apportato, nella seconda parte della gara è stato costretto, insieme al resto della sua squadra, ad un tempo di gioco molto inferiore. Condizione che ha consentito al Napoli di riconquistare il pallone più velocemente. Un Napoli, quindi, in grado di aumentare i ritmi della partita. Tesi che si sposa con quanto riportato da Ancelotti, per quanto concerne l’ottima condizione fisica della squadra.

Pandev braccato dal centrocampo azzurro, Callejon che ridà ampiezza di gioco, ricomponendo la corretta verticale di gioco con Hysaj: il Napoli ritrova se stesso.

 

CONSIDERAZIONI FINALI

Come visto dall’analisi tattica, non è la prima volta che il Napoli deve apportare i giusti correttivi nel l’intervallo di gioco. Juventus e Udinese sono solo alcuni dei precedenti dove abbiamo assistito a tale trasformazione. Ancelotti durante la settimana è sembrato molto turbato, nella fattispecie durante la conferenza post gara di Empoli.

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Quel dito che batte in maniera costante sul tavolo denota la ferma coscienza di un ambiente che incute pressioni a tutto fondo. Il pareggio casalingo con il Genoa, nonostante le correzioni viste, di certo, non è servito a migliorare il suo umore. In effetti non stiamo parlando del rischio di una retrocessione o un fallimento, bensì del ritorno ad un distacco di 20 punti dalla Juventus. Una stagione agonistica è lunga e dare continuità ad un’idea di calcio totalmente diversa non è semplice. Eppure il Napoli occupa la seconda piazza in campionato con 7 punti di vantaggio dalla terza. Il tutto, nonostante gli smarrimenti e le incomprensioni tattiche sopraggiunte nell’arco di quest’anno. Non solo, fra pochi giorni c’è un quarto di finale di Europa League che bolle in pentola e che sogna l’impresa. Ribadire il concetto già espresso in passato potrebbe risultare inopportuno, ma Ancelotti ha dato conferme dovunque abbia allenato. E il suo ottimismo sul futuro di questa squadra, forse, dovremmo iniziare a farlo anche nostro.