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Casoria: operaio morto durante il suo primo giorno di lavoro, la straziante lettera della figlia

Presto la voce a mio padre e parlo di lui, perché noi figli non raccontiamo mai abbastanza dei nostri genitori. Almeno non quanto loro fanno con noi. Si chiama Maurizio, ha 64 anni ed e’ nato a Castrovillari, Cosenza. In famiglia era il più grande di sei figli e con l’assenza del padre gli e’ toccato il compito più duro: lasciare l’infanzia e provvedere ai suoi cari. Nell’edilizia ha scoperto poi la sua passione per la carpenteria.

Di lui colpiscono la tenacia e il desiderio di raggiungere l’eccellenza. E’ molto determinato e appassionato nel suo lavoro, ci rende sempre partecipi di quanto viene da lui realizzato. Sono progetti in cui ci mette mente, serietà e dedizione, e anche un pezzo di anima. Un po’ come la sua “traccia”, così dice.

E’ una persona molto generosa e intelligente, penso che ciò che più lo entusiasmi sia creare qualcosa partendo da zero: realizzare, edificare, iniziando dai disegni. Ha ricevuto tanti complimenti da imprenditori e ingegneri e papà vive questo come valore, una sorta di coperta per affrontare anche le giornate gelide di inverno allo scoperto. Pioggia, vento, fango, tempesta, sole rovente.

Un carpentiere sa che deve abituarsi presto al tempo e al suo volere. Papà e’ arrivato a Napoli da ragazzo e non l’ha lasciata più. Ha messo qui famiglia e poi ha girato paesi, città, regioni, sempre alla ricerca di quella che a Napoli chiamano “a fatica” senza la quale un uomo non e’ uomo.

Una ricerca inquieta e incessante, come atto di forza e dignità. Così dice sempre papà. Oggi presto la voce a mio padre perché amo parlare di lui, come quando avevo 8 anni e mi chiedevano a scuola di descrivere il mio eroe. Ama la tecnologia, segue lo sport, il cinema, la cronaca, legge e si aggiorna continuamente, perché e’ molto curioso ed ha paura dell’ignoranza. Mi rimprovera se non sono informata o se qualcuno parla senza riflettere. Papà non si ferma alle etichette e ai ruoli, dice che le cose devono migliorare ma devono essere le persone a rendersi migliori, preparandosi. Lui e’ sempre in giro, ma ama la sua terra. Papà mi ha fatto studiare e mi ha insegnato a stare al mondo. Mi ha detto: “prendi gli strumenti e fai qualcosa. Muoviti e sii felice. Non aspettare.” E’ grazie a lui se oggi lavoro e riesco in occasioni speciali a portarlo fuori a cena. Me lo permette raramente, e’ una lotta animata davanti al conto, ma quando succede e’ bellissimo.

Oggi presto la voce a papà, perché sono diciannove giorni che non c’e’ più. Il 9 maggio ha lasciato questa terra. A 64 anni, con una mente brillante e un fisico forte sempre allenato, si è recato su un cantiere a Casoria, provincia di Napoli, vicino casa. Schiacciato da un muro che e’ crollato. Mentre lavorava. Era li’ per la sua famiglia, per sentirsi uomo, marito, padre e nonno. Maurizio De Luca ha lasciato questa vita mentre lavorava per vivere.

Queste sono le mie parole per lui, perché possa la voce di papà e la sua storia scuotere le coscienze. Lui non e’ mai stato fermo, ha vissuto ogni momento della sua vita non risparmiandosi mai. Papà avrà 64 anni per sempre, come l’ultimo compleanno in cui abbiamo condiviso la torta e spento insieme le nostre candeline. Mi mancheranno le sue domande, la sua sete di risposte sulla vita ma anche quella speranza che sempre aveva di poter fare andare meglio le cose. Per i giovani e per le famiglie. La storia di papà richiama alla mente il peso e il valore della dignità. Dignità nella sicurezza dei cantieri, soprattutto quelli del Sud, Affinché ogni buongiorno detto da un operaio alla sua famiglia possa essere seguito sempre da una buonanotte, Affinché tutti i lavoratori vengano liberati dallo sfruttamento spesso accettato per poter andare avanti. Non era solo mio padre, era parte di questo paese, un cittadino umile, onesto, generoso e pieno di speranza. Lui ci credeva, con la pelle di uomo indurita dai sacrifici e il cuore puro di un bambino cresciuto troppo in fretta.

Mi mancherai Papà e mi mancherà non poterti vedere invecchiare. Il tuo chiamarmi piccola e la tua voglia di confrontarti continuamente con il mondo. Dire la tua, sempre. Esserci, sempre. Fare qualcosa per te e vederti imbarazzato, emozionato, sorridente. Abbracciarti e vederti sciogliere. Sciogliermi, papà. Da oggi vivi dentro me come un tesoro prezioso. Oggi siamo una cosa sola. Sei la mia luce in un immenso buio. Ed io papà, credimi, ce la sto mettendo tutta, indosso uno scudo, ma la mia anima sanguina.