Il 17 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate, la tradizione vuole che questa ricorrenza venga onorata con il famoso ceppo in onore del Santo.
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Ma siamo sicuri che nel 2020 Sant’Antonio Abate sia ancora contento di essere onorato con degli incendi che rendono l’aria appestata e nauseabonda? Probabilmente no. In tutti i comuni della cinta extraurbana di Napoli l’aria è resa irrespirabile da Pomigliano al Litorale Domitiano, passando da Acerra, Casalnuovo, Afragola, Caivano, Crispano, Cardito, Casoria, Frattamaggiore, Grumo Nevano, Frattaminore, Orta di Atella, Sant’Antimo, Casandrino e Giugliano.
Queste altissime pile di legna ardono in molte piazze dei comuni sopracitati. Molte delle quali senza nessuno autorizzazione. Molte amministrazione si sono affannate per organizzare eventi molto più civili e soprattutto che salvaguardassero la salute pubblica, ma per il momento è un cambiamento che non ha fatto breccia nella cittadinanza, che poi è in parte la stessa che si lamenta per la puzza di bruciato.
Va anche detto che approfittando della “tradizione del ceppo” molti cialtroni incendiano di tutto e di più per liberarsi di un po’ di rifiuti. Inoltre le condizioni atmosferiche non aiutano, perché la totale mancanza di vento fa si che i fumi ristagnino nei bassi strati creando foschie e nebbie pericolose anche per gli automobilisti.