Dopo il suicidio dell’11enne nel quartiere Chiaia a Napoli, la paura tra i genitori per le challenge del terrore su internet è altissima.
Per affrontare questi problemi bisogna prima di tutto conoscerli, chi è Jonathan Galindo?
Negli ultimi anni in Italia abbiamo conosciuto queste challenge del terrore con la “Blue Whale” la balena blu che ha portato alla morte centinaia di adolescenti in tutto il mondo. Da questo fenomeno sono nati vari spin-off e uno di questi è proprio Galindo. L’aspetto è quello di un Pippo umanoide, discretamente inquietante, che nasce negli Stati Uniti, come tutta questa brutta storia. Il volto di Galindo è prestato da un videomaker americano, Dusky Sam, che nel 2012 si camuffò con questo inquietante travestimento ma che nulla c’entra con la challenge dell’orrore e che anzi, negli anni successivi, ha invitato tramite Twitter a non accettare messaggi da personaggi con il “suo volto”.
Queste challenge si sono diffuse negli Stati Uniti e nell’America Latina veicolate da personaggi in cerca di visibilità sui social come Instagram e Tik Tok. Il fenomeno è diventato pericoloso da quando varie persone con seri problemi psichiatrici hanno iniziato a nascondersi dietro il nome e il volto di Jonathan Galindo per adescare donne e adolescenti per imprigionarli nella loro realtà malata. Queste persone si nascondono nel dark web e grazie ad una conoscenza profondissima della rete riescono a sfuggire continuamente a ogni tipo di controllo. La metodologia dell’aggancio della vittima è sempre lo stesso, un messaggio che può arrivare su Facebook, Instagram, Whatsapp o Tik Tok con scritto: “vuoi giocare con me?“. Da qui inizia una serie di sfide sempre più estreme, che portano all’autolesionismo e fino al suicidio.
Dopo l’episodio di Napoli, profili del genere si sono moltiplicati a causa dei mitomani che in queste occasioni non mancano mai. Ma cosa possono fare i genitori per proteggere i loro figli da questo pericolo che arriva dal web? Di seguito i consigli della Polizia Postale proprio su questo fenomeno. Ci permettiamo di aggiungere, anche se comprendiamo sia impresa assai difficile imporre una scelta del genere ad un adolescente, che per iscriversi a qualunque social network si deve essere maggiorenni.