Coronavirus Mutazione

Covid, pandemia e terza rivoluzione industriale

L’alienazione si mostra tanto nel fatto che il mio mezzo di sussistenza è nelle mani di un altro – Carl Marx

di Giuseppe Costantino – La pandemia da covid19, non solo sta falcidiando la popolazione mondiale, ma sta mettendo a nudo le tante latenze negative del nostro sistema sanitario. Troppi tagli hanno Impoverito il sistema nazionale. Troppe concessioni ai privati hanno appannato la credibilità del sistema pubblico e la sua efficienza ed efficacia.
Oggi
la politica si affanna a cercare forme di distrazione di massama non appare capace di risolvere un problema tanto grave. In mancanza di una strategia credibile il governo non sa fare altro che emanare decreti confusi, lacunosi e spesso incomprensibili. In mancanza d’altro si limita ad elargire risorse e bonus di dubbia efficacia accompagnati da divieti irragionevoli.

Manca solo lachiusura generalizzata di tutto per provocare la rivolta del pane di manzoniana memoria per mostrare tutta la propria incapacità. Non c’è una analisi seria di quanto sta avvenendo e la colpa è sempre degli altri; degli assembramenti, dei cinesi, dei negozi che vogliono restare aperti, di chi vuole passare il Natale con i suoi, ecc. Mai ad una guida incerta da parte di chi aveva ed ha il dovere di governare. A nessuno viene il dubbio che l’attuale crisi sanitaria sia il prodotto avvelenato di un modello di sviluppo che per forza di cose va verso l’esaurimento. Eppure esistono segnali chiari che l’umanità è a un bivio: O cambia il suo modo di essere o soccombe! Ormai la seconda rivoluzione industriale è alla fine e la terza si presenta con problemi e latenze che vengono ignorate dai più. I segnali sono chiari e sono stati resi manifesti dal covid 19 se appena si riflette un poco su alcuni fenomeni che sono sotto gli occhi di tutti. La pandemia non è solo un pericolo e disastro sanitario, ma anche economico e sociale conseguente all’ arresto delle attività economiche.

La crisi ha messo a nudo la debolezza dell’apparato produttivo occidentale che dipende dal petrolio.Inoltre la caduta della produzione industriale sta facendo crollare il prezzo delle materie prime e dell’energia. La crisi è palese e irreversibile. Il mondo è invaso e soffocato dalla plastica e dai derivati del petrolio. Il surriscaldamento del pianeta sembradestinato a provocare disastri ambientali sempre più perniciosi e pericolosi. Purtuttavia lo spettatore attento in tutto questo intravede una luce dettata dal buonsenso e dal desiderio di superare questo brutto momento.

A ben riflettere l’inquinamento delle acque e dell’aria si è ridotto con la diffusione della pandemia e la interruzione delle attività industriali. Bisogna quindi prendere coscienza dei danni prodotti all’ambiente e all’uomo dall’uso del petrolio e cercare nuove fonti energetiche. Perciò si parla con molta insistenza di energie rinnovabili e nuovi modelli di sviluppo. Ma su questo punto bisogna fare chiarezza perché il sistema di cui si parla nasconde un equivoco di fondo. Se è vero che la nuova economia si deve servire sempre più delle fonti di energia rinnovabili è altrettanto vero che l’uso dei moderni sistemi di comunicazione e ricerca si reggono sull’economia digitale che ha bisogno di cobalto e minerali simili per diffondersi e alimentare il proprio sviluppo. Ciò sta determinando conflitti politici ed economici tra Cina e Stati Uniti per l’accaparramento di tali risorse a danno dei paesi poveri come il Congo.

Ancora lo sfruttamento? Ancora la rapina delle risorse e il lavoro da schiavi?E’ l’eterno ritorno della politica del profitto? Sarebbe un delitto grave verso Dio e verso gli uomini!