Tragico incidente stradale sull’A1: quattro automobilisti a processo

Ieri davanti al Gip del Tribunale di Napoli Nord, si sono presentati i quattro automobilisti, assieme ai loro legali, per i quali il PM della Procura partenopea ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito del procedimento penale per il grave incidente accaduto l’8 aprile 2019 sulla Milano-Napoli. In quello scontro di veicoli persero la vita tre giovani: Antonio Esposito, 28 anni, di Afragola, la fidanzata Maria Notaro, 23, di Piazzolla di Nola, e Arcangelo D’Affitto, 23, di Afragola. Si tratta dei conducenti di quattro delle sei vetture rimaste coinvolte nel terrificante scontro: M. M., 42 anni, di Napoli; E. D. M., 23, di Crispano; M. D., 23, di Volla; G. R., 24, di Cardito. Sono tutti imputati di omicidio stradale, con l’aggravante di aver causato la morte di più persone. Uno dei quattro imputati G. R. si sarebbe messo alla guida sotto l’effetto di sostanze psicotrope. L’incidente avvenne alle tre di notte, sull’Autostrada A/1, tra Acerra, Afragola e il bivio con l’A16, in direzione Roma-Napoli. La Nissan Micra condotta da E. D. M., e con a bordo le tre vittime, stava procedendo sulla corsia centrale e a velocità moderata, 79 chilometri all’ora: dal punto di vista della dinamica, il conducente dell’utilitaria non ha responsabilità. A lui, però, li viene contestato di aver omesso di far indossare la cintura di sicurezza ai tre amici che trasportava, e, quindi, di aver violato l’articolo 172 del codice della strada.

Sulla Micra si fiondò, improvvisamente, la Mercedes Benz 190D guidata da M. M. che, si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, “sopraggiungendo a una velocità di 130 chilometro orari, in un tratto dove il limite è 100, e senza illuminazione, per negligenza, imprudenza e imperizia e in violazione degli articoli 141 comma 1, 2 e 3 (sull’obbligo di regolare la velocità), 140 comma 1 (sul dovere di non costituire pericolo e intralcio alla circolazione) e 142 comma 1, 2 e 9 bis (sui limiti di velocità) del codice della strada“, tamponò con violenza la Nissan. Le due vetture si urtarono più volte tra loro e la Micra venne scaraventata contro il new jersey di destra con una forza tale da far sbalzare fuori dall’abitacolo la ventitreenne, facendola morire sul colpo.

Antonio Esposito e Arcangelo d’Affitto, morirono in seguito a due successivi impatti sulla Nissan, provocati da veicoli che sopraggiungevano. Sulla vettura si schiantarono prima,  la Lancia Y guidata da M. D., facendola ricarambolare al centro della carreggiata, e poi, colpendola sulla fiancata sinistra e il Fiat Doblò condotto da G. R.

A questi due conducenti vengono contestate la condotta negligente, imprudente e imperita, la violazione degli articoli 141 comma 1, 2, e 3 del codice della strada e a G. R., in aggiunta, anche quella dell’articolo 140 comma 1 e, soprattutto la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti essendo risultato positivo ai cannabinoidi.