Napoli: Spari al Rione Traiano, è guerra tra i clan

Napoli – Ancora spari. Una “stesa” al Rione Traiano, nel pomeriggio di martedì in Via Romolo e Remo. Sul posto sono giunte due volanti della Polizia, dopo una segnalazione arrivata alla Questura. Stando ad accertamenti non ci sarebbero stati feriti, ma per gli investigatori l’episodio sarebbe abbastanza evidente e collegato ad una scia rossa che porterebbe dritto alla doppia sparatoria di venerdì a Fuorgrotta.

Erano intorno le 16:00, quando ci fu un inseguimento in Via Leopardi, dove gli inseguitori in moto facevano fuoco all’impazzata contro altre persone che fuggivano. Stesso scenario che si è ripetuto poche ore più tardi in Via Rossetti. Che si sia riaccesa una faida tra clan, sembri ormai non essere più un mistero, ma la mappatura tracciata dagli inquirenti è tanto chiara quanto inquietante.

L’ipotesi degli investigatori è quella di una guerra per il controllo delle piazze di spaccio sul territorio, tra gruppi criminali di 3 fazioni, un tempo federate. Un gruppo è quello delle palazzine della “99” al Rione Traiano e fa riferimento ai Legnante, alleati con i Sorianiello di Pianura. A seguire c’è la paranza del Rione Lauro. Poi ancora c’è la coalizione del Serpentone a Furigrotta, i Baratto-Bianco. Ma secondo gli investigatori non sarebbe finita qui, ci sarebbe anche un altro ras di Bagnoli, da poco uscito dal carcere, che si starebbe facendo avanti per imporre il proprio sigillo sul mercato.

La questione dunque sarebbe chiara, appunto, almeno sulla carta. Una lotta per il posto di referente unico sul territorio per lo spaccio di stupefacenti. Un giro d’affari da cifre con molti zero, nel quale nessuno vuole cedere il passo e dove il più delle volte non si riescono a trovare “diplomatici accordi”. Sarebbero questi dunque, i motivi delle sparatorie degli ultimi tempi. L’emergenza Covid, che ha ridotto all’osso le attività commerciali, azzerando dunque quasi del tutto anche le attività criminali estorsive, ha di conseguenza riacceso le ruggini tra i clan, che puntano a “monopolizzare” un mercato che continua a sopravvivere anche in tempo di Pandemia.