Omicidio Gianluca Coppola

Omicidio Gianluca Coppola: esclusa l’aggravante mafiosa per Felli

Giovedì pomeriggio è stato celebrato il funerale di Gianluca Coppola presso la chiesa di San Mauro a Casoria. In queste ore dagli atti dell’indagine sono emersi alcuni del quel tremendo 8 Aprile.

Nell’ordinanza di fermo emessa dal gip del Tribunale di Napoli nei confronti di Antonio Felli, viene riportata una testimonianza ritenuta fondamentale. Un testimone oculare dell’omicidio che aveva riconosciuto il 31enne ma che in primo momento aveva omesso ai Carabinieri questa circostanza per paura di ritorsioni. “Non vi ho detto di avere riconosciuto Antonio Felli in quanto ero impaurito. Ora, però, ho preso coraggio e vi aggiungo che anche il padre di Gianluca e la fidanzata conoscono Antonio“.

Antonio Felli è un volto noto a Casoria, cugino di un pregiudicato ritenuto vicino alla criminalità organizzata locale, è stato indicato da un collaboratore di giustizia come invischiato nel traffico di droga nella zona, autore anche di diverse “stese” legate a questioni di partite di droga non pagate. Subito dopo l’agguato tra le strade si era sparsa la voce che a sparare fosse stato lui. Il movente di quest’omicidio sarebbe passionale. La fidanzata di Gianluca, che con Felli aveva avuto una breve relazione sentimentale dieci anni fa. Lei poi aveva troncato i rapporti, ma non suo fratello, che con il 31enne era stato arrestato per un furto in un’abitazione nella zona di San Mauro a Casoria, circa quattro anni fa.

Ad inchiodare Antonio Felli, sono state messe agli atti tre diverse testimonianze, che sono state supportate dalle registrazioni di diverse telecamere della zona che hanno ripreso i fatti accaduti nel pomeriggio dello scorso 8 Aprile. Il gip ha ritenuto però non sussistente l’aggravante mafiosa perché, si legge nell’ordinanza, non è sufficiente perché si configuri la provenienza del colpevole o la sua vicinanza ad ambienti di malavita organizzata e non bastano nemmeno le modalità. È necessario che venga provata la capacità intimidatoria, che in questo caso mancava: Gianluca, rileva il gip, non aveva paura di Felli, tanto che lo aveva affrontato a cazzotti davanti al bar e successivamente, quando era tornato in strada, aveva in tasca un tirapugni, presumibilmente col proposito di proseguire lo scontro se si fosse presentata l’occasione. Il gip ha quindi disposto per Felli la custodia cautelare in carcere per l’agguato e per porto e detenzione di arma da fuoco.