Ma siamo sicuri che il peggior Sindaco sia comunque preferibile al miglior Commissario

L’ennesima occasione persa. Speriamo non sia questo il ti- tolo che racchiuderà la fine di questo periodo in cui tutte le Amministrazioni comunali sono impegnate a confrontarsi sui PUC, una sigla che a tanti dice poco, ma che ha un’importan- za fondamentale per la vita di tutti noi che abitiamo nell’area a nord di Napoli.
I PUC, Piani Urbanistici Comunali, sono strumenti di gestio- ne del territorio comunale, quelli che una volta erano definiti Piani regolatori. Ora come allora su questi strumenti si accen- dono discussioni, si coinvolgono associazioni, partiti, movi- menti e singoli cittadini. Anche se la sensazione è che, come accade sempre più spesso, tutte le concertazioni, le pubblica- zioni sui siti e tutto quanto previsto dalla legge, venga fatto solo ed esclusivamente per rispettare una normativa senza una reale convinzione. E che, alla fine, le decisioni vengano prese secondo i soliti schemi che di certo non mettono lo sviluppo ordinato delle città al primo posto delle priorità.
I comuni a nord di Napoli, tra l’altro, hanno poco da program- mare, soprattutto in città fortemente cementificate come nel caso di Frattamaggiore e Frattaminore che sono stabilmen- te nelle prime venti posizioni della classifica delle città più cementificate d’Italia. Quel che si potrebbe fare è pensare a una riqualificazione dell’esistente che non si limiti solo agli abbattimenti e alle ricostruzioni. Ma, per farlo, sarebbe ne- cessario avere una politica che non pensi all’edilizia come all’ennesimo settore dove far prevalere la propria forza, ma- gari con proposte senza senso fatte solo per creare tensioni in maggioranza e alzare il ‘prezzo’ del proprio sostegno.
Ma la sensazione, purtroppo, è che perderemo l’ennesima occasione. Le difficoltà nelle due Amministrazioni comuna- li nate dalle elezioni dello scorso autunno a Frattamaggiore e Caivano sono l’ennesima dimostrazione di come si creino coalizioni per vincere e non per governare e come stenti a trovare spazio l’interesse per il bene comune e non quello per
l’interesse del proprio partito o, peggio ancora, personale.
A Frattamaggiore una mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio, una cosa che parrebbe addirittura ‘ridicola’ a di- stanza di poche settimane dal voto, sta creando non poche tensioni perché evidentemente la coalizione che ha portato alla vittoria il Sindaco non è tanto coesa e le tante anime, così come le tante velleità personali, più o meno legittime, rendo- no difficile la gestione dell’Amministrazione.
I problemi sono emersi con ancor più evidenza a Caivano dove addirittura, mentre andiamo in stampa, sta andando in scena una ‘commedia’ incomprensibile con Consiglieri pronti a sfiduciare il Sindaco che avevano appena scelto e sostenu- to. Sindaco che, di fronte a decisioni del genere, ha preferito dimettersi. Ora, quindi, c’è il rischio concreto di andare nuo- vamente al voto e di ridare l’Amministrazione comunale nelle mani di un Commissario a distanza di poche settimane dal commissariamento precedente dovuto allo scioglimento del Consiglio comunale per condizionamento della camorra.
Si dice spesso che il peggior Sindaco sia comunque preferi- bile al miglior Commissario. Ma, considerando il livello rag- giunto dalla politica e dai rappresentanti delle Istituzioni, è proprio vero che sia così?
Molti, per giustificare questa convinzione, ripetono che i Commissari si limitano a garantire l’ordinaria amministra- zione. Proprio quell’ordinaria amministrazione che Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali, spesso, non riescono a ga- rantire presi dalle beghe personali e politiche.
Siamo così sicuri quindi che sia meglio avere il peggior Sin- daco piuttosto che il miglior Commissario?
E il discorso vale anche per i Puc. Siamo così sicuri che il commissariamento sia una jattura? Non sarebbe meglio se lo strumento urbanistico lo decidesse un esterno, slegato da inte- ressi personali e di partito che di certo non fanno il bene della collettività?