Grumo Nevano – Emergono dettagli sulle 24 ore di latitanza di Elpidio D’Ambra, l’assassino reo confesso di Rosa Alfieri. Tanti, troppi, gli atteggiamenti contrastanti nelle azioni del 31enne, che mettono fortemente in dubbio la tesi dell’infermità mentale e delle “voci” che lo hanno spinto a commettere l’omicidio.

Come riporta l’odierna edizione de “Il Mattino” nemmeno un’ora dopo aver strangolato Rosa Alfieri, arrivato a Napoli dopo aver preso un treno a Frattamaggiore, è entrato in un negozio di abbigliamento di Corso Garibaldi. Per fare shopping. Ha acquistato, scegliendoli ad uno a uno, un paio di jeans di tendenza, calzini lunghi griffati, scarpe in tono e un giubbino come quelli tattici mimetici utilizzati dai militari. Dopo gli acquisti si è diretto nelle piazze di spaccio del Rione Traiano, per acquistare droga. Tagliata male. Ha accusato un malore. Ha temuto un’overdose. E allora in taxi si è fatto portare all’ospedale San Paolo, dove è stato riconosciuto dagli Agenti del Commissariato di Bagnoli in servizio nel nosocomio che lo hanno fermato. 

Questi spostamenti sono stati tracciati dai Carabinieri della Compagnia di Giugliano che nelle ore successive all’omicidio si erano messi sulle tracce del D’Ambra. Gli esami sulla salma della 23enne stabiliranno anche la possibilità o meno che ci sia stato un pestaggio, scatenato dalle resistenze di Rosa. Una sponda del letto spaccata trovata all’interno dell’abitazione dell’orrore sembra aprire a questa possibilità.