Niente logo dell’ateneo per i convegni che non garantiscono parità di genere tra gli speaker

L’università di Bari Aldo Moro ha adottato il Gender Equality Plan, il piano per l’uguaglianza di genere 2022/2023.

Niente patrocinio né tantomeno la possibilità di utilizzare il logo se alle tavole rotonde, ai convegni o nei dibattiti a cui prendono parte gruppi di esperti non verrà garantita la parità di genere. La decisione dell’ateneo del capoluogo pugliese mira a garantire la pluralità di genere nei panel.

L’iniziativa rientra negli obiettivi previsti dal Gender Equality Plan 2022/2023 che l’università di Bari Aldo Moro ha recentemente adottato allo scopo di lanciare un segnale chiaro in fatto di politiche di genere, a partire dalla presenza delle donne nei panel e, più in generale, nei programmi degli eventi scientifici e di public engagement.

Sul sito dell’università si legge: “Con l’adozione del presente documento, il Gender Equality Plan (GEP), l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro si dota di uno strumento idoneo a supportare un investimento politico-istituzionale e gestionale di ampia portata nell’ottica di un cambiamento strutturale, destinato a incidere su aree strategiche per la promozione della parità di genere e delle pari opportunità in tutti gli ambiti istituzionali. L’intento è quello di tener conto delle peculiarità di processi destinati ad essere implementati in periodi medio-lunghi ed in una logica di integrazione sempre più strutturata e ciclica, anche al fine di corrispondere ai principi posti dall’Unione Europea in materia di gender mainstreaming al fine di realizzare politiche capaci di contrastare le disuguaglianze tra donne e uomini nella società, a partire da un’analisi dei meccanismi che ne sono alla base.

L’elaborazione del documento ha tenuto in debito conto sia l’evoluzione che nel tempo hanno subito alcuni temi nei contesti sociali e lavorativi (si pensi, ad esempio, al crescente interesse per il benessere organizzativo quale concetto ampio e inclusivo della parità di genere, delle pari opportunità e del contrasto a qualsiasi forma di discriminazione o violenza, verbale e non, diretta o indiretta, in un’ottica di superamento degli stereotipi e di adozione di pratiche di valorizzazione delle differenze) sia il collegamento stretto con il ciclo della performance, sede deputata ad “ospitare” la complessiva tematica del benessere organizzativo per la valorizzazione delle risorse umane in un’ottica di genere e per il bilanciamento della vita lavorativa con la vita personale e familiare. La parità di genere assume, dunque, una propria peculiarità nell’ambito delle complessive strategie programmatiche e degli strumenti di rendicontazione, tra i quali costituisce parte integrante anche il Bilancio di Genere”.

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