Scattano i controlli dell’Inps per il bonus dei 200 euro

Chi ha già ricevuto il bonus 200 euro nel mese di luglio, come lavoratori dipendenti, pensionati e titolari di reddito di cittadinanza, nei prossimi giorni potrebbe essere costretto a restituirlo. Lo ha precisato l’Inps in una nota. L’istituto di previdenza sociale, infatti, ha iniziato tutta una serie di controlli per capire chi dovrà restituire la somma percepita.

Chi dovrà restituire il bonus dei 200 euro

Il Decreto Aiuti prevede anche che l’Inps effettui successivamente le verifiche della situazione reddituale e, in caso di somme corrisposte in eccedenza, provveda alla notifica dell’indebito entro l’anno successivo. Esiste, dunque, una possibilità reale che il bonus debba essere restituito qualora non si sia in possesso dei requisiti richiesti. La notifica dell’indebito arriverà entro un anno dall’erogazione, da parte dell’INPS.

A provocare la restituzione del bonus non è soltanto il mancato rispetto del requisito reddituale ma anche l’eventuale ricezione dell’aiuto una tantum da due diversi datori di lavoro, e la revoca del trattamento pensionistico.

 Chi lo riceverà ad ottobre?

  • collaboratori coordinati e continuativi, con contratto attivo al 18 maggio e reddito derivante dai suddetti rapporti non superiore a 35mila euro per il 2021
  • lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti, che nel 2021 abbiano svolto la prestazione per almeno 50 giornate e purché abbiano reddito, derivante dai suddetti rapporti, non superiore a 35mila euro per l’anno 2021. Nella platea sono ricompresi anche i lavoratori a tempo determinato del settore agricolo
  • lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo (FPLS), che nel 2021 abbiano almeno 50 contributi giornalieri versati e purché abbiano un reddito derivante dai suddetti rapporti non superiore a 35mila euro per l’anno 2021
  • lavoratori autonomi, senza partita IVA, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che nel 2021 siano stati titolari di contratti autonomi occasionali. Per questi contratti deve risultare, per il 2021, l’accredito di almeno un contributo mensile e i lavoratori devono essere già iscritti, alla data di entrata in vigore del decreto, alla Gestione separata
  • incaricati alle vendite a domicilio, con reddito nell’anno 2021, derivante dalle stesse attività, superiore a 5mila euro e titolari di partita IVA attiva, iscritti alla data di entrata in vigore del decreto.