Questione Salvini: quale sarà il ruolo del leader leghista nel governo?

La Lega e il disastro delle elezioni

di Simona Lazzaro – Il risultato ottenuto dalla Lega a queste elezioni è stato disastroso: se infatti  voti per la Meloni sono aumentati del 400%, quelli conquistati da Salvini si sono ridotti notevolmente.

E se per il momento il “Capitano” resta alla guida del Carroccio, diviso adesso tra chi vorrebbe ricondurlo verso il grido di “Prima il Nord!” e chi invece vuole mantenere la linea nazionale portata avanti da Salvini in questi anni, quest’ultimo deve necessariamente ottenere un ruolo di prestigio all’interno del nuovo governo per avere la speranza di riconquistare almeno il sostegno dei colleghi di partito.

Secondo FDI Salvini è troppo legato al nome di Putin

Ma la trattativa con la Meloni e Fratelli d’Italia non si preannuncia affatto semplice: pare infatti che nel primo partito ci sia chi è ben intenzionato, come riportato da “La Stampa”, a mantenere Salvini fuori dal governo.

Considerato troppo legato al nome di Putin, adesso quello del leghista risulta decisamente scomodo per un governo che deve superare i pregiudizi degli Stati alleati europei, che lo hanno definito fascista e post-fascista su diverse testate giornalistiche, e che deve anche convincere gli Stati Uniti. La Meloni non può concedersi errori su questo fronte e per questo, nonostante le ambizioni di Salvini, sembra assai improbabile che ritorni a essere ministro dell’Interno.

Il problema non è soltanto ideologico: se infatti, scrivendo messaggi di sostegno a Zelensky e continuando a inviare armi all’Ucraina, la Meloni riuscirà a dissipare i dubbi degli europei, tutto potrebbe comunque essere compromesso da un eventuale sforamento di bilancio – ipotesi che, seguendo le proposte avanzate in campagna elettorale da Salvini, non sarebbe affatto improbabile.

Che fine farà Salvini?

E quindi, insomma, quale sarà il destino di Salvini? Nelle ultime ore è stata avanzata l’ipotesi di affidargli il ministero del Lavoro o quello dell’Agricoltura e di dargli la carica di vicepremier insieme a Tajani, che però punta a diventare ministro degli Esteri.

Non ci sono, insomma, ancora certezze se non che la Meloni non può concedersi margine d’errore e che per Salvini sono molto probabilmente finiti i tempi d’oro del Mojito e del Papeete.