A Sharm El Sheik oltre 50 italiani sono impossibilitati a rientrare in patria a causa dello sciopero aereo. Nonostante lo sciopero interessasse solo la giornata di sabato, i disagi si sono prolungati nel tempo a causa dell’overbooking di tutti i voli successivi essendo entrati in un periodo caldo. I turisti intrappolati in Egitto avrebbero dovuto viaggiare con la compagnia Wizzair la quale lo scorso sabato, alle 9.30, ha comunicato via e-mail la cancellazione del volo delle 16.30 per Napoli e ha inviato agli utenti registrati un link tramite cui richiedere il rimborso e prenotare un altro volo, ma il sito era inaccessibile.
Così gli italiani a Sharm hanno contattato anche il Consolato ma la compagnia sembra essere sparita e non risponde alle e-mail. Ambasciata e Consolato non sono riusciti a organizzare la partenza dei malcapitati 54 né a dare informazioni.
L’appello delle famiglie napoletane
Una rappresentanza delle famiglie napoletane tra i turisti bloccati si è anche rivolta al deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli per raccontare il problema e chiedere di poter rientrare in Italia:
“Il giorno 14 luglio ci hanno comunicato il probabile sciopero. Il 15, alle 10:30, ci è stato fatto sapere che il volo di rientro era stato cancellato. Abbiamo lasciato le camere e siamo andati in aeroporto dove fino alle 18,30 non abbiamo avuto notizie. Poi dall’aeroporto ci hanno portato in bus in una struttura, il Joile Ville Golf Resort, con pernottamento pagato per una notte e successiva colazione. Il giorno 16 alle 12 ci hanno detto di lasciare le camere e che il pullman ci avrebbe riportato in aeroporto nonostante non ci fossero in programma dei voli e noi ci siamo rifiutati ma, dopo qualche piccolo inconveniente, abbiamo saputo che la compagnia aerea ci pagava il pernottamento e quindi siamo rimasti.
Il prossimo volo utile è previsto per sabato prossimo ma al momento Wizzair non ci ha comunicato nulla sulla sostituzione dei biglietti e molti di noi non hanno soldi per acquistare altri voli. Qui ci sono anche bambini e persone anziane di cui una con morbo di Parkinson che ha finito medicinali”.