Meloni tra maternità surrogata e commissione d’inchiesta su femminicidio e violenza di genere

DI BIAGIO FUSCO – Dopo il sì licenziato dai deputati, il primo previsto dall’iter legislativo, ora sarà Palazzo Madama ad esprimersi in prima lettura sulla configurazione normativa come reato universale “ dell’ utero in affitto “. E’ programmato per il prossimo settembre l’esame del testo che potrebbe condurre alla carcerazione da un minimo di tre mesi fino ad un massimo edittale di due anni le coppie, soprattutto eterosessuali, che dovessero ricorrere al di fuori del nostro Paese alla maternità surrogata. Tale fattispecie, stando allo schema della proposta attuale, comporterà per i magistrati l’obbligo di perseguire chiunque commetta l’illecito all’estero e poi faccia ritorno in patria. Il fronte delle opposizioni, politiche ed etiche, il quale in linea di principio avversa aspramente questa pratica consentita invece in taluni Stati esteri, è fermo al divieto imposto in Italia già con una legge che risale al 2004.

Si registrano, ad ogni modo, non poche e nemmeno trascurabili spaccature all’interno delle associazioni che sostengono il No, per lo più rispetto ad una serie di emendamenti, come quello presentato da + Europa, che segue l’orientamento culturale manifestato sul tema da autorevoli giuristi durante le audizioni disposte nelle sedute delle commissioni parlamentari e che è riuscito a portare nelle piazze italiane l’agitazione delle famiglie arcobaleno, propense alla legalizzazione della maternità surrogata solidale, che si caratterizza per la possibilità di riconoscere un rimborso spese alla madre surrogante. Altrettanto inamovibile è la posizione del centrodestra sull’intera questione, ed infatti rispedisce al mittente il suggerimento ipotizzato dal segretario di + Europa Riccardo Magi. L’intenzione del di qui a poco emanando provvedimento normativo sarà quella di porre un argine a questo tipo di attività, seppur compiute oltre confine, nel chiaro intento di disincentivarne la prassi e la relativa diffusione. Prontamente intervengono nelle dinamiche dell’acceso dibattito le formazioni politiche più integraliste, popolate al loro interno dai cattolici e dalle femministe, le quali concentrano l’attenzione sull’argomento della maternità surrogata, nella convinzione che si tratti di una forma di ignobile e mercificante sfruttamento del corpo della donna, oltre che di una violenza inaudita verso il nascituro che sarà certamente strappato alla madre naturale dopo il parto. Di questo avviso la verde Zanella, la quale ha depositato una richiesta di ordine del giorno (poi accolta) che impegna il governo a intraprendere azioni diplomatiche affinchè l’Onu imponga il divieto globale della maternità surrogata, come accaduto nel 2022 per le mutilazioni genitali femminili, mentre il PD decide di non prendere parte alle operazioni di voto per evitare di far conoscere il parere favorevole della Sinistra italiana che invece con soggetti politici accreditati come SchleinZan e Scarpa si schiera apertamente per il . Il Movimento intanto ha proclamato la sua astensione ed il Terzo Polo ha invece concesso libertà di voto ai propri iscritti.

Al contempo, sono state ultimate le procedure di costituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sui femminicidi e sulla violenza di genere (per la prima volta bicamerale nella storia repubblicana), che vede alla sua presidenza l’insediamento di Martina Semenzato parlamentare appartenente al gruppo moderato Noi – MAIE, la quale intercettata rilascia ai microfoni della stampa le sue prime impressioni: “ Un punto di partenza che riguarda non solo le donne, ma soprattutto gli uomini ”. Questo organo, in cui il Governo di centrodestra confida molto, affinchè possa avere una importanza strategica nell’azione di contrasto ad una problematica che desta un grande allarme sociale poichè assume via via contorni che sfuggono al controllo degli inquirenti e delle istituzioni deputate alla repressione di questi reati, nasce all’indomani dell’assassinio di Marina Luzi, una quarantenne, mamma di una bimba di tre anni, morta per mano del cognato, Andrea Marchionni, 47 anni, ex falegname disoccupato, che il 25 luglio le ha sparato alla fronte, nella villetta bifamiliare dove entrambi vivevano. La presidente Semenzato interviene seccamente; “ ..Le donne devono capire che hanno istituzioni cui fare riferimento per uscire da quei meccanismi tossici che spesso, sempre di più, sfociano in atti di violenza inauditi. Le donne devono avere autonomia e indipendenza, lavorative ed economiche, ma soprattutto mentale. Per questo famiglia e, soprattutto, scuola hanno un ruolo fondamentale…”. Ma il fenomeno non troverà una risoluzione soltanto in questa iniziativa, seppur degna di essere menzionata; al Parlamento, infatti, spetterà il compito di portare a termine un’analisi costante della sua evoluzione nonché l’elaborazione di serie proposte.