Molte le supposizioni, finora solo tali. Compresa quella del “Bird Strike”, cioè che il velivolo abbia preso degli uccelli di grosse dimensioni. Un fatto non rarissimo. L’MB 339 è sempre stato considerato come uno dei velivoli più sicuri al mondo.
E non a caso è stato scelto, sin dagli anni ottanta, per far parte della storica e celebre pattuglia acrobatica italiana. Versatile, molto maneggevole in volo, è sempre stato perfetto per il ruolo che deve svolgere, e sostituì i mitici G-91. Ma era già in programma che dal 2024 avvenisse la loro sostituzione con i nuovi Aermacchi M-345: «Anche questo velivolo comincia ad avere la sua età», dice Piccolo – «Pur essendo sempre un ottima macchina, sono già quarant’anni che fa parte della PAN, e poi volava anche prima, da fine anni settanta.
Anche gli aerei come tutti i mezzi hanno un loro ciclo di vita che poi volge al termine». Secondo lei, visto da un pilota, come ha agito il pilota della “Freccia” caduta?: «Avrà subito notato che l’aereo non aveva potenza. Sai, come quando tu spingi ma il mezzo non va. Si vede subito che si stacca in fretta dal resto del gruppo e precipita subito.
Non c’è nemmeno bisogno di vedere il quadro comandi, perché te ne accorgi subito che l’aereo non va. E’ un po’ come quando sei in auto e lei non va: lo senti subito, te ne accorgi che non ha potenza. Lui ha subito capito che l’aereo sarebbe caduto e si è lanciato per tempo».
Con così tante ore di volo, e su caccia supersonici, le è mai capitato qualcosa di simile: “No, mi ritengo fortunato, non mi sono mai lanciato. Anche se ci sono andato vicino qualche volta. E’ sicuramente una brutta esperienza. E quando vi sono vittime, ai margini di un evento pubblico, è davvero terribile. Da appassionato del volo e da torinese, mi dà tristezza”.