Condanne nel cantiere di Pieve Emanuele: 5 anni per il datore di lavoro e 4 anni per il direttore

Oggi sono giunte due condanne per omicidio colposo in relazione alle tragiche morti di due operai avvenute il 3 aprile 2019 a Pieve Emanuele, nella provincia di Milano. I due lavoratori persero la vita mentre si trovavano in un cantiere vicino alla linea ferroviaria Milano-Genova, quando furono schiacciati da una lastra. Il verdetto è stato emesso dal giudice Amelia Managò della sesta sezione penale, a seguito delle indagini condotte dal dipartimento ‘ambiente, salute, sicurezza, lavoro’ della Procura di Milano, diretto dall’aggiunto Tiziana Siciliano.

Le indagini

Le indagini sono state condotte dall’Agenzia tutela della salute della città metropolitana di Milano e da un’apposita squadra di polizia giudiziaria specializzata. L’attenzione dell’indagine si è concentrata sui responsabili della società ‘Cefi srl costruzioni edili ferroviarie ed industriali’, con sede a Casoria, che aveva ottenuto l’appalto da Rfi (Rete Ferroviaria Italiana, un’impresa non coinvolta nelle indagini) per la costruzione di una barriera di protezione lungo i binari. Questa barriera doveva evitare che i lavoratori in transito presso la stazione di Pieve Emanuele camminassero lungo la ferrovia per raggiungere il vicino polo industriale di Siziano attraverso i campi.

Sentenze e Conseguenze

L’amministratore unico di Cefi è stato condannato a 5 anni di reclusione, mentre il direttore del cantiere ha ricevuto una condanna di 4 anni e 2 mesi. Secondo l’accusa, i due operai deceduti, Domenico Palumbo e Salvatore Borriello, stavano operando con un “sollevatore telescopico” per spostare casseforme dal peso di 624 kg ciascuna, provenienti dal disarmo di parti di un muro precedentemente costruito. Tuttavia, entrambi mancavano della formazione necessaria per utilizzare tale attrezzatura in modo sicuro.

Il giudice ha anche stabilito un risarcimento provvisorio di 200.000 euro per ciascuno dei familiari delle vittime, a carico dei due imputati. Inoltre, gli atti del processo sono stati trasmessi alla Procura per indagare sulla presunta falsa testimonianza di uno degli operai nel corso del procedimento giudiziario.