Tony Colombo, noto cantante neomelodico, arrestato di recente durante un’operazione contro il clan Di Lauro, ha espresso la sua difesa dalle accuse di associazione camorristica. Durante un interrogatorio avvenuto nel carcere di Secondigliano, Colombo ha ribadito il suo status di imprenditore che opera nell’ambito della legalità e alla luce del sole.
Il cantante, insieme alla moglie Tina Rispoli, è stato coinvolto nell’ampio blitz contro il clan Di Lauro, ma durante il suo interrogatorio di garanzia, Colombo ha cercato di scagionarsi da qualsiasi coinvolgimento in attività illecite. Il cantante ha sottolineato di essere un imprenditore che opera al di fuori della sfera camorristica, impegnato in attività legali mirate a diversificare i suoi investimenti. Ha negato l’esistenza di legami nascosti con il boss Vincenzo Di Lauro.
Tuttavia, secondo alcune testimonianze e intercettazioni avvenute dopo il rilascio di Di Lauro nel 2015, il cantante potrebbe essere coinvolto in affari con il boss. Colombo ha risposto a queste accuse sostenendo che l’assegno di 3500 euro menzionato nelle intercettazioni si riferisce all’acquisto di capi di abbigliamento.
Nonostante le affermazioni di Colombo, diversi pentiti sembrano inquadrarlo nelle attività del boss Di Lauro. Uno di loro, Gianluca Giugliano, ha dichiarato che Colombo avrebbe chiesto 80.000 euro a Gaetano Marino per finanziare la produzione di un disco nel 2010. Ha anche affermato che il cantante era presente in numerose occasioni importanti, come feste, battesimi, comunioni e matrimoni. Tuttavia, Colombo respinge queste affermazioni, sostenendo che le sue interazioni con i pentiti erano basate su rapporti amichevoli e lavorativi legittimi.