La Procura di Milano ha acquisito in uno studio notarile di Napoli, dove è stato depositato e pubblicato lo scorso 3 ottobre, il presunto testamento colombiano di Silvio Berlusconi, tutti gli atti relativi all’atto che designerebbe l’imprenditore piemontese Marco Di Nunzio, come lui stesso sostiene, tra gli eredi. L’acquisizione è stata disposta nei giorni scorsi dal pm Roberta Amadeo e dal procuratore Marcello Viola, titolari dell’inchiesta in cui Di Nunzio, ora residente a Bogotà in Colombia, risponde di falsità in testamento. A dare il via alle indagini è stata una segnalazione dell’allora ambasciatore italiano in Colombia, Gherardo Amaduzzi, datata 22 giugno e finita sul tavolo del procuratore Viola sei giorni dopo. Il diplomatico avvertiva la magistratura milanese che Di Nunzio gli aveva inoltrato una diffida testamentaria. In sostanza aveva chiesto la pubblicazione anche in Italia del testamento, a suo dire, sottoscritto dall’ex premier a Cartagena davanti a Margarita Rosa Jimenez Najera il 21 settembre 2021 e “apostillato” dalla cancelleria del ministero degli Esteri colombiano. Di Nunzio sostiene che l’ex premier gli avrebbe lasciato il 2% delle quote di Fininvest, 20 milioni di euro per la sua attività di promozione di FI, altri 6 milioni senza una causale, tutte le azioni della società proprietaria delle ville ad Antigua, la nave “Principessa VaiVia” e anche le altre imbarcazioni. Per tanto ha pure formalizzato una diffida ai cinque figli di Berlusconi con la quale ha chiesto l’immediata immissione nel possesso dei beni. Per far luce sul giallo è stata avviata anche una rogatoria internazionale per recuperare anche l’originale del presunto testamento colombiano.