Sui social nascono gruppi per sostenere l’assassino di Giulia Cecchettin

L’omicidio di Giulia Cecchettin ha suscitato profonda tristezza e sgomento, evidenziando un vuoto irrimediabile. Questo tragico evento ha ribadito la tragica realtà della violenza contro le donne, laddove il controllo e il desiderio di dominio sfociano in atti terribili.

Mentre una parte significativa della società si mobilita per chiedere giustizia nei confronti di individui come Filippo Turetta, un altro segmento della popolazione, anche composto da donne, sembra suggerire che il male è tangibile, purtroppo reale, soprattutto quando sui social network emergono gruppi come “Le bimbe di Filippo Turetta”.

Un gruppo originario, presentandosi come sostenitore di Filippo, è stato chiuso a seguito di numerose segnalazioni. Tuttavia, gli amministratori non si sono arresi e, pochi minuti dopo, è comparso un secondo gruppo denominato “Le bimbe di Turetta 2.0”. Questa situazione evidenzia la natura incontrollabile dei social media, capace di minimizzare tragedie terribili e il dolore che ne consegue, mancando di rispetto per le famiglie delle vittime di violenza. Tale atteggiamento sembra giustificare un assassino e, in un certo senso, tutti coloro che si trovano a difenderlo.