Una normale partita multiplayer online si è trasformata in un incubo per un giovane videogiocatore della provincia di Napoli, vittima di insulti e minacce che hanno superato i confini virtuali. Michele Napolitano, un tiktoker di 25 anni residente a Melito di Napoli, è stato denunciato dai carabinieri per atti persecutori, in seguito a una lite durante una partita a Grand Theft Auto.
Il litigio, inizialmente confinato al mondo virtuale, ha preso una piega spiacevole quando Michele ha iniziato una campagna denigratoria contro il giovane di 16 anni sul proprio profilo TikTok, seguito da migliaia di persone. La situazione è rapidamente sfuggita di mano, trasformando le minacce da un contesto di videogiochi a un attacco nella vita reale.
Messaggi minatori, insulti telefonici e un incessante bombardamento sui social network hanno portato il giovane a ritirarsi e isolarsi, affrontando un profondo sconforto. Solo il coraggio di raccontare tutto ai genitori ha interrotto questa spirale negativa. Il padre ha accompagnato il figlio dai carabinieri di San Sebastiano al Vesuvio, fornendo loro dettagli sulla campagna denigratoria alimentata dai video di Napolitano.
Grazie alle informazioni fornite dalla vittima e ai video pubblicati dal tiktoker, i carabinieri hanno identificato e raggiunto Michele Napolitano, procedendo poi con la denuncia per atti persecutori. Questo caso evidenzia come le dinamiche dei videogiochi possano, purtroppo, sfociare in episodi di vera e propria violenza mediatica, richiedendo l’intervento delle autorità per porre fine a tali comportamenti dannosi.