Concorso per Dirigenti Scolastici in Campania: nuove accuse di irregolarità e atto integrativo in Procura

Si infittisce il caso del concorso per Dirigenti Scolastici in Campania, già sospeso dall’Ufficio Scolastico Regionale per le continue e ripetute dimissioni dei commissari non ultima la fuga del commissario proprio a ridosso dell’inizio della prova orale, che era già stata chiamata a sostituire un commissario dimissionario, nei giorni immediatamente precedenti la prova scritta . Il Comitato dei candidati esclusi dalla prova orale lancia un nuovo allarme, portando all’attenzione dell’opinione pubblica ulteriori elementi che aggraverebbero il quadro di opacità della procedura concorsuale.

Nelle ultime ore è stato depositato presso la Procura della Repubblica di Napoli un atto di integrazione alla denuncia-querela presentata nelle scorse settimane. Il documento – promosso dal legale penalista Massimo Romano – segnala nuove anomalie riguardanti la selezione bandita con Decreto del Direttore Generale del Ministero dell’Istruzione e del Merito in data 18 dicembre 2023.

L’accusa più grave riguarda la presunta manomissione di un verbale relativo alla prima prova scritta, svoltasi lo scorso 30 ottobre. Secondo il legale, sarebbero ravvisabili gli estremi del reato di falso ideologico in atto pubblico, disciplinato dall’art. 476 del Codice Penale, ipoteticamente ascrivibile alla Commissione esaminatrice.

A rafforzare i sospetti anche una perizia calligrafica affidata a una consulente del Tribunale di Torre Annunziata, incaricata di analizzare le griglie di valutazione delle prove scritte. I risultati della perizia sarebbero allarmanti: le conclusioni tecniche parlano infatti di “anomalie grafiche che potrebbero corrispondere a correzioni o cancellature dello scritto originariamente vergato”.

Una situazione che, secondo i candidati esclusi, getta ulteriori ombre su una procedura già oggetto di pesanti contestazioni. “È in gioco – fanno sapere dal Comitato – il principio di imparzialità e trasparenza che dovrebbe guidare ogni selezione pubblica. Chiediamo che venga fatta piena luce e che le istituzioni intervengano con urgenza”.

Mentre si attende l’esito delle verifiche da parte delle autorità competenti, cresce la preoccupazione per un concorso che avrebbe dovuto rappresentare un’occasione di merito e legalità, e che invece rischia di trasformarsi in un caso giudiziario di rilevanza nazionale.

Ma non finisce qui’, si viaggia al ritmo di uno scandalo ogni giorno. L’ultimo ha del clamoroso. Non bastavano le denunce penali dei ricorrenti contro l’esclusione dalla prova orale della procedura concorsuale. Si scopre che una candidata al concorso, pronta per affrontare il colloquio orale per diventare preside, risulta essere assegnataria di una farmacia. Sì capito bene, una farmacia.

Quindi una vera e propria imprenditrice. La candidata a preside risulta aver superato in serie l’ardua prova preselettiva del concorso tenutasi a maggio 2024 e la contestata prova scritta del 30 ottobre, finita al centro di denunce penali per irregolarità nelle correzioni con manomissioni delle grigli di valutazione accertate da una perita calligrafica del Tribunale di Torre Annunziata.

La candidata, dal 30 maggio 2024, è diventata ufficialmente assegnataria di una farmacia a Castello di Cisterna: era infatti in graduatoria dall’11 novembre 2023 come risulta da un decreto della Giunta Regionale avente per oggetto “Concorso straordinario per l’assegnazione di sedi farmaceutiche disponibili per il privato esercizio della Regione Campania” .Ad oggi la stessa proprietaria di farmacia risulta essere tra gli ammessi alla prova orale.

Una palese irregolarità per incompatibilità, non accertata dall’Ufficio scolastico regionale, ai sensi dell’articolo 53 del Decreto legislativo 165 del 2001, secondo il quale il dipendente pubblico è incompatibile in caso di assunzioni nel settore commerciale e non può assumere ruoli in società con scopo di lucro.

La titolarità di una farmacia, appunto, rientra tra le incompatibilità nel pubblico impiego. In pratica la docente candidata a preside non poteva nemmeno sedersi a fare la prova scritta del 30 ottobre 2024. Ma lo scandalo si arricchisce di un’ulteriore pagina. L’aspirante preside-titolare di una farmacia risulta essere titolare nella stessa scuola del commissario di informatica che dovrebbe selezionare i candidati aspiranti preside.

I due risultano titolari in un Istituto di istruzione superiore della provincia di Napoli.Entrambi sono colleghi presenti nell’organigramma dello staff del Dirigente scolastico. Stupisce che l’amministrazione scolastica non si sia ancora attivata nei controlli per l’incompatibilità. E stupisce che il concorso per presidi riesca ogni giorno a prestare il fianco a scandali così palesi.

NEL VIDEO L’INTERVISTA AD ETTORE ACERRA DIRETTORE UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE

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