“Il risultato referendario è chiaro. Inutile girarci intorno con interpretazioni che sanno di patetico. E’ una sconfitta per chi l ha proposto”. Lo sostiene Salvatore Sannino del Partito Socialista Italiano, gia’ sindaco di Casavatore che aggiunge
“E le forze politiche e sindacali che lo hanno sostenuto devono analizzare il dato senza girarci intorno. Facendo considerazioni chiare:
1) i lavoratori, quelli per i quali il referendum è stato chiesto, non hanno, in buona parte, votato. Come non votano, da tempo, per i partiti di sinistra. Scelgono la lega o FdI. Di questo va ragionato. Al lavoratore smaliziato, “socializzato” ed arrabbiato non basta più uno slogan, bello, poetico, ma nella migliore delle ipotesi, inutile. Ai lavoratori va proposto un progetto articolato, per il quale ci vuole tempo, ma che sia serio. Affascinante ma realizzabile. Forse solo così potremmo recuperare un elettorato che va da un altra parte. Ballare sul carro del gay pride è evocativo, ma non risolve UNA sola delle questioni che riguardano l’esistenza delle donne e degli uomini, al di là delle proprie, assolutamente giuste, scelte sessuali.
2) il messaggio trasmesso è poco chiaro. Per due motivi: La prima è che molte delle cose che si volevano annullare, le aveva votate il PD ed i suoi alleati. Ed è stato gioco facile per la destra ridicolizzare la cosa. Il referendum è sembrato un regolamento di conti dei massimalisti verso i riformisti. E questo è stato tombale! La seconda è data dalla complessità del tema. Non può essere un si o no a risolvere temi come quelle sul lavoro. Soprattutto quando è sotto gli occhi di tutti che il famigerato jobs act ha dato buoni frutti.
3) il messaggio è sempre lo stesso: il CS separato. Stavolta lo erano anche i sindacati! E si diventa credibili solo se, insieme all’unità, si costruisce un impianto riformista, che parli di cose che riguardano la vita delle persone: di sicurezza senza farla passare per politiche securitarie; di lavoro senza considerare l’imprenditore un nemico; di sanità pubblica non storcendo il naso verso quella privata. Occorre in definitiva costruire una enorme alleanza tra meriti e bisogni che può avvenire su una base riformista che tenga dentro sindacati, mondo associativo, attività produttive, scuole. Ma buona parte di questi mondi si scontra con il massimalismo che scalda i cuori ma raffredda la tavola.