Grumo Nevano ricorda il poliziotto Tammaro Romano ucciso 30 anni fa

Tammaro Romano, il 4 aprile del 1988 non era in servizio. Aveva accompagnato la moglie dal parrucchiere e nel frattempo si intratteneva in un  negozio di abbigliamento, “Maximine”, in via Turati, dove stava per comprare dei pantaloni. I rapinatori erano in due. Entrarono già con la pistola in pugno urlando: “E’ una rapina, dateci i soldi”. Tammaro cercò di reagire, ma il primo colpo lo ebbe nella mano. Si lanciò ugualmente sul rapinatore con la pistola e riuscì a  bloccarlo.

Caddero a terra entrambi. Il secondo rapinatore da dietro le spalle lo afferrò per il collo e consentì all’altro di liberarsi e di sparargli un colpo al collo che lo prese nella cervicale.

Tammaro, gravemente ferito, fu trasportato prima all’ospedale di Frattamaggiore e subito dopo al Cardarelli di Napoli, dove  morì dopo due giorni di agonia. I suoi assassini non si sono mai trovati e i familiari aspettano ancora giustizia.

Tammaro Romano era sposato con Concetta di Giorgio. Dal matrimonio erano nati  tre figli, due maschi, gemelli, Francesco e Giuseppe e una bambina, Angela. Stamani erano tutti presenti a ricordare  il padre, nella piazza che un anno dopo la morte fu dedicata proprio a al poliziotto, vittima del dovere e medaglia d’oro al valor civile. Alla cerimonia hanno partecipato gli alunni dell’I.C. “Matteotti – Cirillo” di Grumo Nevano e due di loro sono stati premiati per i migliori elaborati composti proprio a ricordo del poliziotto ucciso.