Kimi Raikkonen: storia di un campione bistrattato

Raikkonen, pilota mai amato fino in fondo. Ma tutta questa disaffezione ha una reale motivazione?

Personalità schiva, fredda, da puro nordico. Poco avvezzo alle polemiche ed alla guida irruenta. Decisamente più sostanza che forma. La figura è quella di un pilota che parla poco ma che lavora molto dietro le quinte. Solo le ultime apparizioni sui social, con l’apertura del suo profilo Instagram ufficiale, hanno rivelato parte della dura preparazione alle gare e della vita privata di Kimi Raikkonen, seconda guida Ferrari. Uomo tutto casa e famiglia, metodico nell’allenamento e nel settaggio della monoposto. Eppure…

POCO AMATO DAL POPOLO DELLA ROSSA

Eppure, da qualche giorno, imperversano le voci di un suo possibile ritiro a fine stagione, senza che la parola sia stata data a lui, in prima persona. La notizia è stata accolta con inaspettato fervore, e tutti i detrattori del finlandese hanno fatto la loro misera comparsa. Si è subito scatenato anche il “totonome” sul suo possibile sostituto, con Ricciardo e Leclerc in pole per accaparrarsi il secondo sedile della rossa. Ma i risultati di Kimi giustificano davvero il poco amore mostrato nei suoi confronti dai sostenitori della Scuderia di Maranello?

SEMPRE PRONTO IN SITUAZIONI DIFFICOLTOSE

Escludendo i ritiri in Spagna ed in Bahrain, frutto di un problema alla power unit e di un errore al pit stop, Raikkonen ha sempre fatto la sua parte, soprattutto quando Seb si è trovato in difficoltà. Testimonianze ne sono le gare disputate in Francia, Cina ed Azerbaijan, in cui il finlandese ha posto parziale rimedio alle giornate no di Vettel. Nei tre gran premi menzionati è arrivato sempre il podio, con due terzi posti e una piazza d’onore. Il pilota, campione del mondo 2007 (ultimo in rosso), è poi quinto in classifica, in piena lotta per il titolo di “migliore seconda guida“. Con 83 punti conquistati si trova infatti a – 9 da Bottas e a + 15 sul tanto osannato Verstappen. Insomma, non si intravedono le ragioni di una tanto evidente dimostrazione di mancanza di affetto nei confronti di un top driver che, in Ferrari, ha sempre recitato la sua parte.