Il Napoli di Ancelotti lo vedremo il prossimo anno

Cosa è cambiato tra Firenze e Zurigo? Assolutamente nulla. Quantomeno, non dal mio punto di vista. Forse perché quello che ha dichiarato Aurelio De Laurentiis in questa settimana ha il suo fondo di verità. “Il Napoli di Ancelotti lo vedremo nella prossima stagione con due o tre cambi opportuni”, quella che probabilmente segnerà la terza evoluzione di questa squadra. La fiducia riposta su Carlo Ancelotti non è da ricercare nella sua folta bacheca di trofei acquisiti nel corso della sua carriera, ma nel saper correggere e rivedere le direttive di questa squadra per trovare quella giusta. L’ulteriore svolta è stata l’eliminazione in coppa Italia, una sconfitta che ha scosso la calma e la tranquillità di un uomo coscienzioso, il quale si è rimboccato nuovamente le maniche rimodulando e apportando ulteriori modifiche a questa squadra.

CARLO ANCELOTTI 3.0

Una squadra molto più tonica e vivace rispetto ai ritmi sostenuti dopo l’incresciosa gara di Milano in coppa Italia. Anche i ruoli si stanno sempre più assottigliando e la squadra sta trovando una quadra molto più solida con ruoli maggiormente definiti. Insigne svaria sempre sulla trequarti ma con maggiore apprensione nel sostenere, e costruire, sull’out di dx. Laterale, sulla quale Callejon spesso si ritrovava con pochi uomini con cui dialogare è una discontinua profondità di gioco che da sempre lo contraddistingue. Fabian Ruiz, il quale ha approfittato dell’infortunio di Hamsik per insediarsi nel ruolo dell’ex capitano azzurro, in coppia con Allan riescono ad alternare un calcio brevilineo con quello a lungo raggio. L’ex Betis Siviglia ha ancora molto da acquisire e fare ordine, ma ha un potenziale tale da poter prendere possesso del centrocampo azzurro e migliorare il gioco verticale così tanto ambito da Carlo Ancelotti. Riportare Zielinski in maniera stabile sulla corsia di sinistra ha responsabilizzato e reso congruo il calciatore polacco. Probabilmente anche lui ha patito i continui cambi di rotta del suo ruolo, allo stato odierno sta mostrando quel processo di maturazione che gli è mancato nel corso di questi anni.

LA PEDINA MANCANTE

Le ultime quattro trasferte del Napoli hanno avuto un unico comune denominatore: l’assenza del gol. Il dopo Firenze ha fatto scattare il livello di allerta. Totalizzare sei grandi occasioni da rete e uscire dall’Artemio Franchi senza portare i tre punti a casa ha suscitato un notevole rammarico. L’assenza del Killer Instinct – segnalato in tempi non sospetti (ndr) – è ormai un problema atavico del Napoli. L’ammazza partite è ormai diventata una figura mitologica, la quale da anni non risiede più tra le file azzurre. Questo è forse lo step da raggiungere per migliorare l’efficacia di questo gruppo. Questo nuovo assetto ha comunque confermato che al Napoli manca l’ammazza partite, quel calciatore che può rimediare ai momenti bui e dare incisività a partite che non riescono a sbloccarsi come dovrebbero. Colui che sa gestire i momenti di massima tensione e renderli prolifici. Dopo Firenze se ne sono sentite di cotte e di crude, una squadra considerata come superficiale perché in assenza di un obiettivo da perseguire, e  Zurigo, ritenuta dagli opinionisti di settore poco più di un allenamento, non riporterà di certo l’entusiasmo ai massimi clamori.

UNA CHANCE GLIELA CONCEDIAMO?

Quello di Ancelotti è diventato un laboratorio in continua ricerca, con macchine in continua taratura e alla costante ricerca del pieno regime. Pensandoci bene, ma chi glielo ha fatto fare di confrontarsi con il progetto Napoli? Avrebbe davvero potuto scegliere di prendere una forte pensione in giro per il mondo. Ci sarebbe stato solo l’imbarazzo della scelta: Cina, India, Stati Uniti, Canada, con quei 6.5 mln di ingaggio (che ancora qualcuno gli contesta qui a Napoli) moltiplicati in un batter d’occhio. Una maggiore tranquillità e senza alcuna pressione. Chi avrebbe mai potuto contestare un allenatore dal curriculum così cospicuo? A giugno compirà 60 anni e anziché darsi pace e bearsi delle numerose conquiste sarà in procinto di iniziare un nuovo ciclo. In una piazza come Napoli, non esattamente l’Azione Cattolica. In base al non volersi mai accontentarsi, sul riuscire ancora a tornare sui propri passi, e considerando che, in tutti questi anni, qualcosa nozione di calcio l’avrà sicuramente acquisita: gliela concediamo questa possibilità. Che dite?