Analisi delle caratteristiche mostrate dalla formazione bianconera nell’ inizio della quarta stagione sotto la guida del tecnico livornese.
di Dino Cirillo – È una Juventus sensibilmente diversa, quella vista in quest’ inizio stagione 2017/18. Tra incertezze difensive e mancanza di fame e concentrazione, a tratti, Mister Allegri si è trovato a dover fronteggiare problemi alquanto insoliti per la formazione che ha cannibalizzato il campionato italiano nelle ultime sei stagioni. Leggendo i numeri dei bianconeri, infatti, balza all’ occhio il dato sui gol subiti: ben 14 nelle prime tredici giornate, decisamente troppi per una squadra abituata a subirne fra i 20 ed i 30 nell’ intero campionato. A preoccupare ancora di più, sono i palesi cali di concentrazione e le vere e proprie pause che la Juventus si concede durante ogni match. Non riesce difficile, infatti, evidenziare dei passaggi a vuoto nelle tre gare in cui i Campioni d’ Italia in carica hanno perso punti, ovvero le sfide contro Atalanta, Lazio e Samp. Nelle prime due, la Juventus si era addirittura trovata sopra, a Bergamo, persino di due gol, salvo poi farsi rimontare, chiudendo rispettivamente con un pareggio e una sconfitta casalinga, quella con la Lazio, che tolse ai bianconeri un’ imbattibilitá allo Stadium che durava da ben 49 partite. Con la Samp, poi, la formazione di Allegri è andata sotto di ben tre reti, trovandosi in una situazione che si è verificata davvero raramente e che ha eguali solo nella sconfitta di un anno fa, rimediata proprio a Genova, contro il Genoa. Una Juventus che quindi appare decisamente più fragile, forse più nella testa che nelle gambe e nei piedi di calciatori che appaiono ancora come membri di un organico decisamente fra i più forti e completi d’ Europa ma che ha bisogno necessariamente di ritrovare compattezza e voglia di primeggiare.