Napoli non può essere condizionata

Il gioco del calcio che rispecchia la propria città. Dall’enfasi al rancore passa giusto un attimo: Napoli è anche questa.

LA PERSONALITA’ DEL LEADER

Un mix di calma e tranquillità, la semplicità di un uomo dettata dalla trasparenza. A tratti talmente specifica da lasciar spazio all’immaginazione del suo scacchiere tattico da posizionare in campo. Quella di Carlo Ancelotti è una dimensione del tutto nuova: la silente carica dell’uomo navigato, consapevole dei propri mezzi, colui che traccia la propria rotta con flemma d’autore. La sensazione è che l’applicazione e gli standard raggiunti con Mister Sarri saranno una base solida su cui sviluppare le teorie del nuovo condottiero azzurro. La nuova identità di Marek Hamsik, la sua duttilità tattica e qualità di gioco daranno spazio ad una visione più ampia del suo raggio d’azione. Un ruolo centrale nella mediana azzurra, per consentire una maggiore fisicità nella zona nevralgica del campo. Le indicazioni avute in conferenza per Mertens, Insigne e Verdi lasciano pensare ad un Napoli che concentrerà il suo apice qualitativo nella trequarti centrale del campo, lasciando al ruolo di esterno (o ala, scegliete voi) a calciatori come Callejon e alla sua innata dote di attaccare la profondità.

UN’ATMOSFERA DIVERSA

Dimaro quest’anno ha un sapore del tutto diverso anche per quanto suddetto. Ormai da anni il soggiorno del rodaggio azzurro per la preparazione alla stagione agonistica, oggi è vissuto con distensione, con maggior relax. L’ideale per i molti napoletani che da anni soggiornano nel Settentrione d’Italia. La dimora perfetta per creare un clima di tepore e affetto quotidiano. Ad accompagnare cabaret, incontri tra società e tifosi, c’è una componente che non tutti auspicavano dopo i fasti della scorsa stagione: l’armonia. Chiariamoci, il gruppo è sempre stato compatto durante questi anni ma la spensieratezza intravista attraverso le grandi tavolate e le performance canore al karaoke hanno rivitalizzato un ambiente che aveva bisogno di una scossa.

IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA

L’unica nota stonata è forse da associare alla palpabile tensione che avverte il Presidente De Laurentiis nel pronunciare il nome di Maurizio Sarri. Impossibile non notare l’acume rancoroso al solo accostamento all’ex tecnico azzurro. Un Aurelio Furioso, più nella mimica che sulle dichiarazioni rilasciate. Volutamente contenute, ma espressive e fortemente indicative.

Presidente, noi comprendiamo la sua delusione per un rapporto che si è consumato nel tempo tra lei e il tecnico toscano. L’amarezza della mancata risposta sul proseguire o meno il percorso che lo legava al Napoli. Abbiamo apprezzato il suo volersi esporre sugli episodi che hanno determinato l’andamento dello scorso torneo. Questo ci ha confortato, le sono sincero. Gliene siamo grati. Ma non ci induca a rovinare l’immagine e la stima che proviamo per Maurizio Sarri. Non possiamo, non ne saremmo in grado. È impossibile contestare chi ha sostenuto la nostra causa per tre anni difendendoci da tutto e da tutti. Non possiamo sminuire chi si è esposto in prima persona per la causa di Napoli. Non possiamo denigrare chi aveva scelto di regalarci un sogno a discapito di un cammino europeo incerto e di 15 milioni di passivo a bilancio.

Presidente rifletta, Maurizio Sarri non ha scelto Londra per le sole tasche guarnite, lo ha fatto soprattutto con la coscienza di chi non poteva raggiungere l’idillio e gratificare il suo pubblico. Per motivi che potremmo contemplare, rimuginare e blaterare da qui all’eternità. Ma di fondo c’è affetto, un sentimento che non possiamo non tener presente.