Caro Mister Ancelotti, benvenuto tra noi

Eh sì mio Caro Ancelotti, dopo due mesi dal tuo arrivo posso finalmente darti il benvenuto tra noi. Benvenuto Mister, tra i nostri paradossali stereotipi e le nostre diffidenze. Le nostre malinconie, le nostre insicurezze. E’ bene che tu sappia che la nostra terra mostra il suo lato più sensibile, più fragile, quando si trova in balia delle onde. Dove tra vacilli e pendii subentra sovrana la nostra incertezza, un’emblema che ci pervade anche negli affetti più cari. E il Napoli e sicuramente tra essi.

TUTTO SI MUOVE E NULLA STA FERMO

Al punto tale che una sconfitta, come quella rimediata domenica scorsa al Marassi di Genova, si ripercuote sulle nostre menti, mettendo in discussione tutto e tutti. Ed ecco che si paventa dinanzi a noi l’impazienza, gironzola e ci scuote come a pretendere riguardo e considerazione. Avresti mai pensato di salire sul banco degli imputati? Che il primo intoppo avrebbe provocato scetticismo e preoccupazione? Io penso proprio di sì! Hai accumulato un tale bagaglio di esperienza da mettere tutto in preventivo. Secondo me hai scelto Napoli anche per questo: metterti ulteriormente alla prova, nonostante la tua valente carriera. Ci sono passati anche i tuoi lustri predecessori: Mazzarri, Benitez, Sarri, tutti sono passati sotto il “Nostro Torchio”. Ma tu hai la forza di contraddistinguerti, con la tua flemma e riflessione. A differenza degli altri hai deciso di vivere la città perché in fin dei conti non ne temi l’eccessiva eccentricità e disfattismo. E allora vivila davvero mio caro Ancelotti, perché, ad oltre modo, imparerai che dopo un paio di giorni è vero tutto e il contrario di tutto. Che nonostante le controversie ritorna il buon umore e l’indole ottimista che da queste parti non manca mai. Che il sangue già ribolle e c’è già una gran voglia di riscatto. Perché, alla fine dei conti, le scissioni non hanno già più alcun senso. Perché chi vive di calcio sconfina nei meandri della propria parvenza fino a ritrovare l’amore incondizionato per la propria fede. D’altronde, chi cerca razionalità nel tifo difficilmente riuscirà mai a comprendere il calcio.

Benvenuto a Napoli mio caro Carlo, dove chi lotta onestamente per il suo piatto a tavola si ritaglierà sempre il proprio diritto all’ecumenico sfogo, perché in fin dei conti a noi c’abbruscia ‘o fronte ‘e ‘na manera amma sfuca’. Ma poi passa, in un battibaleno, tutto passa e ritorna il sereno. Benvenuto tra noi gente del Sud, dove anche la più esuberante e impulsiva reazione sfocia nella sana e genuina riflessione.

 

«Quando un forestiero viene al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte» 

(Benvenuti al Sud)