Virgilio è vivo e arriverà al Centro Direzionale

“Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua, rura, duces.”                       

“Mi generò Mantova, il Salento mi ha strappato alla vita, ora Napoli conserva i miei resti; ho cantato pascoli,campi ed eroi. ”

E’ questo l’epitaffio che si apprestano a leggere coloro che si recano a far visita alla tomba del celeberrimo poeta Publio Virgilio Marone presso il Parco Virgiliano di Piedigrotta,dov’è conservata.                                                                                                                                                                                                   Napoletanamente soprannominato “Il Verginello” per il suo stile di vita semplice e mite, giungerà nella città partenopea inizialmente per trascorrere solo pochi anni, intenti allo studio della filosofia epicurea presso la scuola di Sirone, ma ne resterà cosi affascinato, profondamente legato che sarà lo stesso popolo a rivedere in lui un vero e proprio protettore e ad esaltarlo, motivo per il quale vorrà essere qui commemorato e custodito.

Da oggi però non lo ricorderemo  solo nel corso o post-studi classici, da libri di vario genere, leggendo qualche sua opera, citazione o visitando il posto in cui è sepolto, poichè ancora una volta  l’inventiva partenopea ha superato ogni aspettativa! Basterà decollare da Capodichino, sorvolare il Centro Direzionale, scorgere la vista dal finestrino per osservare il volto del Poeta “Vate”, inciso sulla copertura in materiale neutro che caratterizzerà la nuova stazione metropolitana. Sarà messo in pratica uno studio intenso, curato in ogni dettaglio, col supporto di tecnici, ingegneri e architetti affinchè  precisino con meticolosità e rigore spazi, dimensioni e disegno, tale che se dal basso, rivolgendo lo sguardo dall’ingresso della stazione metro, sembreranno una folla di colori gettati a caso, dall’alto creeranno un vero e proprio spettacolo suggestionale.

E’ da aggiungere che ritrarre un personaggio della letteratura latina di questo calibro e sentirlo cosi vicino, può risultare esclusivamente un onore verso le generazioni passate da parte di noi contemporanei.

Virgilio, legato personalmente all’ambiente bucolico, sarà anche il tramite, durante il principato di Ottaviano, per narrare le origini della stirpe romana e il suo compito divino nel governare il mondo, con l’illustre poema epico, l’ “Eneide”.  Gli sono a cuore valori quali la religiosità, l’humanitas, la pietas e il culto del lavoro, il quale soddisfa lo spirito ed è un dono per l’uomo. E’ proprio con questa  essenza che  ha saputo penetrare nella cultura napoletana risultando un difensore della città,in quanto considerato poeta e mago, tale che a lui son attribuite leggende di vario genere.  Esempio di ulteriore testimonianza è anche l’esperienza di Virgilio come cantore della Sibilla Cumana e del lago D’Averno, considerato l’ingresso nell’oltretomba.

Insomma un passato che non si cancella, un passato che non è mai passato, ma solo contenuto ancora vivo di un inestimabile bagaglio culturale eterno.  Tale iniziativa quindi non può che confermarci che la cultura ha il suo potere e che, accompagnata da cuore,testa e mano napoletana  sarà per sempre il nostro fiore all’occhiello, un patrimonio inesauribile.