Rosso “glaciale”: l’ultimo acuto di Kimi

Kimi Raikkonen si prende un’ultima meritata soddisfazione prima di chiudere la sua avventura in rosso: la vittoria del GP degli Stati Uniti

È davvero giusto lasciar andare un Campione del mondo per sostituirlo con un ragazzino che ha ancora tutto da dimostrare? È stato davvero Kimi Raikkonen il problema in questi anni in cui la Ferrari ha dovuto soccombere di fronte allo strapotere Mercedes? Il finlandese può essere davvero considerato un pessimo scudiero? Era davvero il caso di scaricare in questo modo l’ultimo pilota che fatto risplendere d’iride il Cavallino? E se sì, era giusto farlo durante il weekend di Monza, quando i giochi erano ancora apertissimi? Tante sono le domande che affiorano nella mente degli appassionati dopo l’exploit americano del gregario del team diretto da Maurizio Arrivabene.

FREDDEZZA NORDICA

La freddezza è una qualità che ha da sempre contraddistinto Kimi. Iceman ne ha voluto dare dimostrazione anche in quello che potrebbe essere stato il suo ultimo acuto in rosso. Il titolare della vettura numero 7 ha lasciato infatti intravedere incoscienza e decisione nel sorpasso alla prima curva ai danni di un attonito Hamilton. La stessa decisione con la quale si è difeso quando il 44, voglioso di chiudere la contesa mondiale,  si è rifatto sotto ed ha tentato di superarlo. Una decisione che Charles Leclerc, suo sostituto, riuscirà a dimostrare di avere?

UN’ULTIMA VITTORIA, UN ULTIMO BAGNO DI GLORIA 

Dopo 5 anni, proprio nel giorno in cui nel 2007 saliva sul tetto del mondo, arriva così un nuovo successo per il talento di Espoo, il primo nel suo Ferrari bis e forse quello terminale della sua storia con la casa di Maranello. Una vittoria attesa, meritata, forse alcune volte sfumata nelle ultime stagioni per dar spazio a Sebastian Vettel, così come accaduto a Monaco nello scorso campionato. Un trionfo con il quale Kimi può finalmente congedarsi con onore dal volante della rossa. Del suo personale capitolo con la vettura più vincente della storia della F1 resterà non solo il titolo iridato. I ferraristi lo ricorderanno anche per i suoi 10 GP vinti, i suoi 50 podi (terzo dopo Schumacher e Barrichello), la 200esima pole position per la Scuderia e il giro più veloce per media oraria della massima categoria automobilistica. Uno score difficilmente imitabile da parte di chi gli succederà.