Tempo di bilanci, il 2018 del nostro Napoli

Quello appena passato è stato un anno all’insegna dell’amore e della discordia. Gioie e dolori, un misto di ingovernabili emozioni che ci ha trascinato per mesi, giorni e ore. Un sogno scudetto che non si è tramutato in realtà, almeno non sulla carta. Un volo che è sceso in picchiata ma che non ha schiuso le ali della libertà di questa squadra. Come quella provata nella serata di quel 22 aprile, attraverso la pindarica elevazione di Kalidou Koulibaly, il salto della speranza, la rappresentazione della manifesta volontà di non volersi arrendere al Padre Padrone.

Purtroppo la rivoluzione è stata sempre un prezzo molto caro da pagare, come le relative sommosse e le annesse insurrezioniUn anno letto anche attraverso le vicissitudini e le ostilità dei suoi avvicendamenti, checché se ne dica, lo scotto per l’addio a Maurizio Sarri lasciò sconcerto e perplessità, presto sanate dall’arrivo dell’acclamato Carlo Ancelotti: il vero garante per il prosieguo del progetto azzurro. Un 2018 passato anche attraverso le angherie e le diatribe tra Palazzo San Giacomo e la società, per poi finire ai dissidi tra ultras e Aurelio De Laurentiis. Insomma, un 2018 che ci ha messo alla prova, i rischi per cui cadere sul fondo della zona d’ombra c’erano tutti, ma, evidentemente, le fondamenta di questa squadra sono solide.

Talmente solide da riuscire a restare con i piedi ben saldi a terra. Lo si è fatto attraverso il pallone, attraverso la continuità del bel calcio che si vuol ancora esprimere tutt’oggi, non solo in Italia ma anche con l’orgoglioso percorso europeo evidenziato in Champions League. E poi ancora con pazienza, una notevole dote di pazienza nel non farsi condizionare dai proclami e lo scetticismo degli statisti nostrani. Il legame di questa squadra è talmente saldo da tenere banco alle imparzialità, alle cosiddette sentenze che risultano offensive al comune senso del pudore. Quelle che oltrepassano il ridicolo perché mirate a discriminare un popolo che sostiene questa squadra.
Il 2018 è terminato con una vittoria al fotofinish anche per i molteplici strascichi della trasferta milanese. Gli stessi riflessi negli occhi di Ghoulam, nella sua inconsueta e manifesta insofferenza per le angherie viste nei giorni passati. Indossare la maglia di Koulibaly nel pre partita col Bologna è stato un fardello, un peso che si è propagato e ripercosso sul clima dell’intera partita. Il 2018 si conclude con l’esultanza di Mertens, la quale non è stata solo un ripudio all’intolleranza razziale ma, soprattutto, un richiamo alla speranza per il genere umano.

Buon anno a tutti voi.