La Corte di Strasburgo ha avviato il processo contro il Governo italiano per la situazione nella cosiddetta ‘Terra dei fuochi’.
La Corte ha accolto in via preliminare i ricorsi ricevuti da cittadini e associazioni che denunciano la violazione dei loro diritti alla vita e al rispetto della vita famigliare, sanciti dalla convenzione europea dei diritti umani.
I ricorrenti sostengono che lo Stato non abbia preso misure per ridurre il pericolo, nonostante fosse consapevole del rischio reale e immediato.
L’avvio del procedimento a Strasburgo è «una buona notizia» secondo don Maurizio Patriciello, il parroco in campo da anni per difendere i diritti dei residenti nella Terra dei fuochi. Dalla presentazione dei ricorsi sono passati quattro-cinque anni: «Abbiamo visto fare passi avanti – sottolinea – ma l’emergenza non è affatto risolta. In Campania si producono ogni giorno 5 mila tonnellate di rifiuti urbani, più altre 1.000 provenienti da imprese che lavorano a nero, rifiuti che non si possono bruciare nei termovalorizzatori. Se non si risolve questo problema, non si spegneranno i roghi».