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Raid ai comuni di Calvizzano e Frattamaggiore, l’ipotesi degli investigatori

Raid al comando della polizia locale di Frattamaggiore nella notte tra sabato e domenica, il giorno dopo è avvenuto un episodio simile presso il Comune di Calvizzano.

Non è chiara la dinamica relativa all’intrusione forzata nella sede del comando della polizia municipale frattese, in via Cumana, avvenuta nella notte tra sabato e domenica. Una cosa è certa, che ad operare sono state persone che hanno scassinato il cancello di ingresso e, dopo aver “visitato” il piano terra della sede, allo scattare dell’allarme collegato alla centrale operativa di un Istituto di Vigilanza. Al sopraggiungere dei Carabinieri, gli ignoti si sono dati alla fuga. Il raid non è andato a buon fine. I segni di effrazione però sono evidenti, fatti con rabbia, forza e con l’intento di danneggiare la struttura.

Sul caso indagano i locali Carabinieri della compagnia di Giugliano, e lo stesso comandante Biagio Chiariello che sta fornendo tutti gli elementi e particolari utili per risalire ai responsabili. Al vaglio degli inquirenti le telecamere della zona che presto potrebbero portare alla identità dei responsabili. Uno dei particolari da non trascurare è che prima di sabato mai si era verificato un episodio del genere e, guarda caso, a solo un mese dall’insediamento del Maggiore Chiariello.

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Il Maggiore ha operato in precedenza anche presso altri Comuni tra cui Calvizzano dove riveste tutt’ora la carica di sovraordinato a fianco della commissione straordinaria nonché è stato nominato coordinatore per il contrasto dei crimini ambientali in quattro comuni, incarico affidategli dal delegato del Governo. II maggiore Chiariello sta colpendo evasione fiscale e occupazioni abusive. Altro particolare al vaglio degli inquirenti è che a distanza di pochi giorni, e precisamente tra la notte del lunedì e martedì, si è verificato un raid vandalico presso il comune di Calvizzano, sciolto per infiltrazione mafiosa. In questo raid sono stati sottratti documenti ed è stato fatto l’accesso a dei computer per cercare dati.

I Militari dell’Arma indagano dunque tra i “nemici” del Comandate Maggiore Chiariello per risalire ai responsabili di questi raid.