Napoli

Bando allo scetticismo, i progressi di questo Napoli vanno esaltati

Il progresso è un traguardo, un obiettivo della nostra essenza. Un processo di maturazione che si ottiene soprattutto attraverso l’esperienza, quella che ci consente di non commettere più gli stessi errori. Una riconoscenza, ottenuta attraverso l’impegno e il sudore della fatica espressa. Il Napoli non è ancora perfetto e ci sono ancora margini di miglioramento a cui poter puntare. Frangenti in cui si intravedono ancora una certa lentezza in fase di impostazione e sbavature difensive che sono senz’altro da correggere. Ma questa squadra è di già di fatto un roster di assoluto valore. Il Napoli di Carlo Ancelotti ha tutte le intenzioni di dimostrare di essere giunto ad una svolta, di aver acquisito consapevolezza della propria forza anche attraverso l’umiltà di saper scendere a compromessi tecnici e tattici.

UN NUOVO PUNTO DI PARTENZA

Riflettere, scegliere, e saper dosare le giuste controffensive. Cuore, cervello, maturità tattica, ma soprattutto cinismo. Una dote, quest’ultima, che non puoi ottenere se non attraverso la continuità di rendimento. Una pienezza che non ti fa più gridare al miracolo per un 2-0 rifilato ai campioni d’Europa, ma che la riconosci attraverso i piccoli segnali che che riusciamo a cogliere. Lo si percepisce attraverso gli occhi di chi vuole ritagliarsi un ruolo da protagonista in questo Napoli. Primo su tutti Mario Rui, che alla fine della scorsa stagione era già dato per sicuro partente, ma che con personalità e rabbia agonistica ha saputo riscattarsi  nei confronti di quel Salah che quasi un anno fa lo riuscì a superare in lungo e in largo. Il portoghese non solo ha stravinto il duello con il suo diretto rivale, lo ha rinchiuso nel suo guscio insieme alle tante e ingiuste denigrazioni a suo carico. Lo si riconosce attraverso il ritorno allo strapotere difensivo di Koulibaly, il quale con orgoglio e disinvoltura si è lasciato alle spalle i titubanti esordi stagionali. Attraverso gli esordi strabilianti di Meret e Di Lorenzo, in una competizione che avrebbe potuto far tremare le gambe a chiunque. Attraverso la coesione di questo gruppo, il mettere da parte il proprio ego, e gioire nel vedere Insigne e Ghoulam dalla panchina correre ad abbracciare Mertens dopo il rigore trasformato.

UN OBIETTIVO DA POTER RAGGIUNGERE

Questa squadra ha la forza di poter coinvolgere anche i restanti scettici, i melanconici sarriani ancora legati al ricordo di un calcio che probabilmente non vedremo più. Ma questi ragazzi hanno dovuto ricomporsi e cambiare pelle, e nessuna muta può definirsi tale senza lasciare spazio alla vulnerabile incertezza. Il Napoli di quest’anno ha vigore e imprevedibilità, e con la giusta astuzia di un navigatore esperto come Ancelotti può sicuramente ambire ad una stagione migliore. I segnali ci sono e si rilevano dalle peculiarità, dalle parole ascoltate nel post Liverpool, quelle che accantonano sin da subito gli elogi dell’impresa per proiettarsi in quel di Lecce, una di quelle partite in cui “hai solo da perdere“. Queste devono rappresentare doti di crescita da propagare per l’intero arco della stagione. Chi si appaga non fa strada. Quando il Napoli riuscirà nel compito di poter sostenere la pressione di dover vincere partite come quella di domenica pomeriggio, si potrà beatamente gridare alla sopraggiunta “mentalità”.