E-fatture emesse o inviate in ritardo, le sanzioni e i ravvedimenti

Quando si applicano e a quanto ammontano le sanzioni previste dall’Agenzia delle Entrate per l’emissione e la trasmissione tradiva delle fatture elettroniche.

Per legge, l’omessa, l’errata o la tardiva trasmissione della fattura elettronica entro e non oltre 12 giorni dalla data di cessione di un bene o di prestazione di servizi dà luogo a pesanti sanzioni. È importante sottolineare fin da subito che le pene pecuniarie sono applicabili anche qualora l’inosservanza non incidesse sui termini per il versamento dell’acconto dell’Iva. Ciò significa, quindi, che una fattura emessa in ritardo non costituisce una violazione meramente formale. Si tratta, bensì, di un ostacolo alla corretta determinazione della base imponibile e alle attività di controllo svolte dall’Amministrazione finanziaria in merito al corretto adempimento degli obblighi fiscali dei contribuenti.

I comportamenti errati nella gestione della documentazione digitale possono essere tuttavia controllati e limitati grazie all’utilizzo di un programma di fatturazione elettronica come Easyfatt di Danea. Il software, molto semplice e intuitivo, è in grado di rendere la vita più facile ai titolari di partita Iva, che hanno l’esigenza di emettere e-fatture rispettando le scadenze e senza incorrere in errori.

Entrando nel vivo dell’argomento, vediamo allora nel dettaglio in quali sanzioni e di quale entità è possibile incappare nel caso di emissione tardiva della fattura elettronica.

Stando ai sensi dell’articolo 6 comma 1 del decreto legislativo 471/97, l’omesso invio delle parcelle digitali al Sistema di Interscambio (SdI) entro 12 giorni (festivi inclusi) dalla loro emissione è soggetto a sanzioni amministrative di importo variabile, quantificato sulla base della tipologia di violazione commessa.

Come primo esempio, prendiamo in considerazione un contribuente che abbia emesso in ritardo o inoltrato oltre i tempi consentiti la documentazione allo SdI, senza causare effetti sulla liquidazione del tributo Iva. In questo caso, dovrà corrispondere una multa dai 250 ai 2mila euro.

Se invece l’inosservanza avesse ripercussioni sul calcolo della base imponibile, la sanzione applicabile varierebbe tra il 90 e il 180% dell’imposta e, comunque, avrebbe un importo minimo di 500 euro.

Le sanzioni si applicano anche a importi esenti, non imponibili o soggetti all’inversione contabile, con un ammontare variabile tra il 5 e il 10% dei corrispettivi non documentati o non registrati, e sempre con un minimo di 500 euro.

Per finire, sono invece esentati dal pagamento di ammende i contribuenti a cui sono attribuibili irregolarità esclusivamente formali, irrilevanti da un punto di vista relativo alla determinazione dell’imponibile o al pagamento dei tributi.

Le quote da corrispondere per l’errata o la tardiva fatturazione possono essere ridotte in caso ci si avvalga del ravvedimento operoso, come indicato dal decreto legge 193/2016. La diminuzione delle sanzioni sarà maggiore quanto minore sarà il tempo intercorso tra la violazione commessa e l’effettivo ravvedimento.