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Castellammare: presidente del consiglio comunale ringrazia il padre condannato per camorra. Interviene il Prefetto

Caso Castellammare e del presidente del Consiglio Comunale che ringrazia il padre camorrista tra gli appalusi. Interviene il Prefetto. Europa Verde: “la politica che applaude i camorristi è inaccettabile. Necessaria la Commissione d’accesso.”
A Castellammare di Stabia, dopo la nomina a presidente del Consiglio Comunale, Emanuele D’Apice, in un discorso rivolto all’assemblea, nomina e ringrazia il padre, Luigi, noto come “Giggino ‘ ministro”, morto un anno fa e che fu condannato in via definitiva per reati di camorra, era ritenuto affiliato al Clan Cesarano, ricevendo applausi.Il caso è stato esaminato dal coordinamento interforze che si è tenuto a Torre Annunziata, per volontà del prefetto Marco Valentini.“E’ necessario che al Comune di Castellammare venga inviata la Commissione d’accesso antimafia e che si facciano gli opportuni approfondimenti sul caso e sulle relazioni, se vi sono, tra amministratori e criminalità organizzata. Un figlio non può pagare le colpe di un padre, vero, ma se questo figlio è il presidente del Consiglio Comunale non può avere come simbolo di educazione e valori un uomo di camorra, esaltarlo in pubblico come modello di vita tra gli applausi di altri esponenti politici. Una scena indegna. Da una parte c’è chi combatte la camorra e la criminalità anche battendosi contro i loro simboli come gli altarini e murales dedicati ai boss e poi c’è chi in un luogo di funzione istituzionale esalta un camorrista tra gli applausi.” – le parole del Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.
“La presidenza del Consiglio è un ruolo importante e il discorso fatto subito dopo la nomina lascia perplessi perché se il punto di riferimento, per chi ne ricopre la carica, per valori ed educazione è rappresentato da un uomo che è stato legato ai clan, e condannato per questo, non c’è da stare tranquilli. “ – sono state le parole delle esponenti di Europa Verde di Castellammare Marilena Schiano Lo Moriello ed Elena Marini.