La fogna scarica a mare e il golfo di Napoli diventa marrone

Acqua marrone, tanfo di fogna. Questo era l’aspetto e l’odore ieri mattina del mare in via Caracciolo, all’altezza della Colonna spezzata, ed a Capo Posillipo, tra Nisida e Trentaremi. Sono stati sufficienti trenta minuti di pioggia abbondante perché si attivassero gli scolmatoi di troppo-pieno i quali hanno riversato i liquami di fogna in mare, sia pure in una percentuale di diluizione stabilita dalla normativa. Accade perché a Napoli come in molte altre città non c’è un sistema di separazione delle acque piovane dai reflui. Scorrono nelle stesse tubature. Quando ci sono temporali la portata idrica aumenta in maniera tale da mettere a rischio la tenuta delle condotte. Scattano, dunque, dispositivi di emergenza, bypass che fanno defluire in mare una parte di quell’acqua, che è mista: pioggia e fogna.

Gli scarichi

Napoli, mare sporco a Posillipo: spuntano chiazze marroni nelle acque - Il  Mattino.itLungo il litorale napoletano sono numerosi gli scarichi di troppo pieno. Uno di essi è appunto all’altezza della Colonna spezzata. Un altro è a Cala Badessa, non lontano dall’area marina protetta della Gajola. E’ lo scolmatoio dal quale, circa tre settimane fa, dopo un altro temporale finirono in mare anche numerosi topi i quali annegarono e, complice il vento da sud est, restarono poi per alcuni giorni alla deriva tra Nisida e Trentaremi. Ieri lo scolmatoio di Cala Badessa, come si evince dalla comunicazione che Acqua Bene Comune ha inoltrato, tra gli altri, al Comune di Napoli ed al Centro Studi Interdisciplinari Gajola, che gestisce il parco sommerso, è entrato in funzione alle 8.25. Rapidamente si è allargata una chiazza marrone visibile dall’alto. L’immagine è stata pubblicata sulla pagina Facebook del parco marino. «Non è certo la prima volta che accade — commenta Maurizio Simeone, che è il presidente del Csi Gajola — ma dobbiamo continuare ad indignarci. Il giorno in cui considereremo normalità immagini come queste avremo perso tutti».

Le preoccupazioni

Maltempo a Napoli, acqua marrone di liquami e puzza di fogna Preoccupa particolarmente Simeone la circostanza che un progetto elaborato nell’ambito del Piano ambientale di Rigenerazione urbana di Bagnoli prevede di realizzare anche un secondo scolmatoio, non lontano da quello di Cala Badessa. «La strada da intraprendere — sostiene — è tutt’altra. Va ripensato il sistema fognario dell’area, costruendo infrastrutture ed impianti adeguati». La soluzione ottimale, a Posillipo come altrove, è la separazione delle acque pluviali da quelle di fogna. Servono investimenti massicci e l’occasione dei finanziamenti del Pnrr potrebbe metterli a disposizione. Né a Capo Posillipo né sul lungomare ieri sono stati effettuati prelievi dall’Arpac per misurare la concentrazione di enterococchi intestinali ed escherichia coli, batteri che evidenziano la contaminazione di reflui, perché il calendario del monitoraggio delle acque di balneazione prevede che i tecnici dell’agenzia navighino lungo la costa napoletana martedì.

Nessun divieto

Pur senza analisi, peraltro, il Comune di Napoli avrebbe potuto già ieri, a fronte dell’attivazione degli scarichi di troppo pieno, emanare autonomamente un divieto temporaneo di balneazione per 48 o 72 ore almeno negli specchi d’acqua più vicini agli scolmatoi. Lo prevede una legge regionale. Il provvedimento, però, almeno fino a ieri sera non era stato adottato. E’ ancora inaccessibile, intanto, il sito internet dell’Arpac sul quale sono abitualmente pubblicati, tra l’altro, i risultati dei campionamenti periodici delle acque di balneazione. La pagina web fu attaccata da pirati informatici circa un mese fa. L’agenzia, per rendere in qualche modo fruibili i dati sul mare, li ha trasferiti sulla pagina web della Regione ed ha invitato a consultare anche la pagina web dedicata del ministero della Salute. Dove, però, ricerca e lettura sono meno agevoli che sul sito dell’Arpac.