Nella notte un nuovo raid russo su Zaporizhzhia

La pioggia di missili su Kiev e le altre città ucraine non era ancora finita, il fumo dai crateri non si era ancora dissipato, la conta delle vittime nemmeno iniziata, che Volodymyr Zelensky si è attaccato al telefono per chiedere la condanna della Russia, il sostegno militare e l’intervento politico ai suoi alleati: per fermare “il terrorismo” di Vladimir Putin servono più armi, più sistemi di difesa aerea, ma soprattutto quei missili terra-terra Atacms che gli Stati Uniti tentennano a inviare.

E, dopo aver ricevuto di persona l’ambasciatrice Usa a Kiev Bridget Brink, sono arrivate anche le rassicurazioni di Joe Biden: “Resteremo al fianco degli ucraini finché servirà e forniremo alle forze di Kiev il supporto necessario a difendere il loro Paese e la loro libertà”. In serata Zelensky e Biden si sono anche sentiti per telefono: il leader ucraino ha spiegato che “la difesa aerea è attualmente la priorità numero 1”, il presidente americano ha risposto promettendo la fornitura di “sistemi avanzati di difesa aerea. Ma, secondo il Washngton Post, gli ultimi attacchi russi alle città e alle infrastrutture ucraine, con le conseguenti vittime civili, potrebbero dare una nuova spinta anche alla richiesta di Kiev di armi a più lungo raggio. Un appello fin qui caduto nel vuoto, con l’amministrazione Biden che si è opposta a consegnare i tanto richiesti Atacms, Army Tactical Missile System, progettati per colpire fino a 300 km di distanza, quattro volte la gittata dei missili lanciati dagli Himars, già forniti dagli Usa alle forze ucraine.

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