La Signora del calcio è finita nel vaso di Pandora

di Biagio Fusco – Stavolta la Juventus è costretta a indietreggiare nella propria “ area di rigore ” e giocare in difesa, perché la Procura della Repubblica di Torino è in pressing sulla situazione finanziaria e patrimoniale del club, avendo puntato l’occhio già dal 27 novembre 2021 su scritture e libri contabili, atti di amministrazione societaria e contratti. Con un inaspettato blitz delle Fiamme Gialle, scattato dopo un ampio dossier di intercettazioni, dà esecuzione ad una perquisizione presso la sede legale di via Druento n. 175. Le ipotesi di reato sottoposte ad indagine sono pesantissime, si va dall’aver truccato i bilanci, all’aver reso false comunicazioni agli operatori del mercato telematico azionario, nascondendo le perdite con plusvalenze artefatte prima e con manovre opache sugli stipendi dei calciatori poi, ma si contestano anche false fatturazioni per ricompensare taluni procuratori sportivi per le mediazioni nelle trattative sui giocatori minorenni.

Nell’anno del centenario della proprietà della squadra di calcio in capo alla famiglia Agnelli nel mirino dei magistrati è finito il vertice della governance bianconera, il presidente Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved, l’ex responsabile dell’area football Fabio Paratici, l’ex dirigente dell’area corporate Stefano Bertola, il direttore finanziario Stefano Cerrato e il suo predecessore Marco Re. A questi primi 6 indagati i PM attribuiscono serie responsabilità di gestione, che consistono nell’aver occultato perdite per il 2019, 2020 ed il 2021, attraverso l’aumento fittizio di ricavi per 50 milioni di euro, ottenuto con l’ausilio di cartellini alterati da sospette operazioni “ a specchio ” di scambio di calciatori e cessioni di giovani Under 23, tutto in assenza di una corretta contabilizzazione. In sintesi, ciò avrebbe prodotto un iniziale effetto benefico sui conti della società, contribuendo però ad aprire un enorme deficit da recuperare con i bilanci successivi, dando vigore e continuità ad  un “ circolo vorticoso che divorava  plusvalenze “.

Secondo gli inquirenti un ruolo strategico spetterebbe all’allora chief football officer e managing director Fabio Paratici quale “ artefice della pianificazione preventiva delle plusvalenze che avrebbero permesso alla società di assicurarsi un ingiusto profitto nei bilanci, nelle comunicazioni dirette ai soci esponendo consapevolmente fatti materiali non rispondenti al vero sulla situazione economica patrimoniale della società ”. Nell’ambito di una perquisizione mirata e specifica al ds Federico Cherubini veniva sequestrato il famigerato  “ libro nero di F.P. ”, un blocco di appunti in cui egli si mostrava fortemente critico verso l’operato di Paratici con frasi del tipo “ Giudizi e valutazioni cambiano ogni giorno…Piano recupero bilancio disastroso, – forma + sostanza…Come siamo arrivati qui ?…investimenti fuori portata ”, le quali hanno insospettito la magistratura fino ad orientare le indagini preliminari in un senso ben preciso.

Ma il 24 marzo scorso la GdF fa un’altra sortita, questa volta bussando alla porta di importanti firme del Foro torinese, dei cui servigi il blasonato club calcistico si avvaleva, alla ricerca evidentemente delle tanto attese “ side letter “, le scritture private contenenti i contratti ombra con alcuni top palyer come CR7, la cui “ carta segreta ” captata in una intercettazione ambientale svelava alcuni retroscena sulle “ manovre stipendi “ tanto da portare gli indagati a esclamare in modo piuttosto allarmato “ se salta fuori ci saltano alla gola…tutto sul bilancio, i revisori e tutto ”.

Qui però l’ideatore del meccanismo perverso è invece il capo dell’ufficio legale del club Cesare Gabasio, che impiegava stratagemmi contabili nati in epoca Covid per sostituire il sistema delle plusvalenze che era ormai troppo chiacchierato anche sulla stampa. Si trattava di una riduzione delle mensilità, in pandemia, per contenere i costi, ed infatti per la stagione 2019/2020  la Procura ritiene che “ i calciatori, in accordo con la società, abbiano rinunciato a percepire una sola mensilità e non 4, come invece comunicato dalla Juve, le altre tre sarebbero state differite all’anno dopo. Mentre nella stagione successiva c’erano stati accordi individuali di riduzione degli stipendi di marzo – giugno 2021, con l’impegno di rimanere nel club “, soltanto che le scritture private sottoposte a sequestro indicavano l’impegno assunto dalla società di pagare gli stipendi, anche laddove il calciatore venisse trasferito ad altro club, e cioè il contrario di quanto depositato alla Lega.

Consob e società di revisione legale dei conti completano il quadro con rilievi dettagliati ed approfonditi che fanno salire in totale a 15 il numero degli indagati, in più la società Juventus FC come persona giuridica. I PM di Torino hanno redatto un atto di avviso di conclusione delle indagini, dal quale emerge un quadro indiziario davvero inquietante per la reiterazione e continuità delle condotte, soprattutto per Andrea Agnelli per il quale era stata avanzata e poi rigettata una richiesta di arresti domiciliari ed interdizione dalle cariche sociali, ritenuto in concorso con altri reo anche di aggiotaggio informativo, per aver pubblicato false segnalazioni ai mercati azionari sulla reale entità del patrimonio netto del club piemontese. Potrebbe non essere finita qui… perciò salviamo il pallone !