Tamagotchi: ritorno al futuro e l’onda lunga della nostalgia

Mentre gli anni 2020 continuano a crogiolarsi nella nostalgia, dall’ascesa delle cassette musicali al clamore intorno a un possibile ritorno di Blockbuster, il gioco digitale originale per la cura degli animali domestici sta tornando. Debuttando alla grande Fiera del Giocattolo di Tokyo la scorsa settimana, un nuovissimo dispositivo chiamato Tamagotchi Uni segna il primo lancio globale simultaneo del marchio, disponibile per il preordine prima della realizzazione mondiale il 15 luglio.

Per coloro che sono perplessi su cosa o chi sia un Tamagotchi, i dispositivi di gioco delle dimensioni di un portachiavi sono stati creati per la prima volta da Akihiro Yokoi e Aki Maita nel 1996 e, al di là del loro semplice concetto, hanno fatto molto per plasmare il mondo dei giochi. Proprio come gli Squishmallows in stile molto tradizionale hanno vinto il Natale (e sono stati presentati al recente incontro degli investitori Berkshire HathawayBRK.B +0,6% guidato da Warren Buffet), così Tamagotchi sta saltando a bordo del treno della nostalgia e dei ricordi di tempi più semplici, con una operazione di marketing al bacio, tanto che ci sono già in allestimento interessanti mash up e spin off a cominciare da quello dedicato a Star Wars, una saga che è già stata abbondantemente sdogata alle nuove generazioni, per via dell’acquisizione da parte di Disney Plus.

Il fenomeno Tamagotchi

Alla fine degli anni ’90 a un’intera generazione di bambini è stata concessa la licenza di dimenticare i loro animali domestici reali in favore di mantenere in vita un animale pixelato attraverso una costante educazione. Rilasciato per la prima volta da Bandai in Giappone il 23 novembre 1996, Tamagotchi presentava uno schermo da 32×16 pixel e tre piccoli pulsanti, ognuno dei quali svolgeva una semplice funzione, come nutrire il Tamagotchi (il nome sia del dispositivo che della piccola creatura) che giocava con o spegnendo le luci nella sua stanza. Questo comportava anche degli obblighi, come curare l’igiene del proprio Tamagotchi. Bocciato questi semplici compiti e, con bip penetranti e un sussulto mortale, il Tamagotchi scomparve per sempre nel cyberspazio. Nessun lavoro per i ragazzi degli anni Novanta.

È diventato un fenomeno istantaneo, con gli studenti che rischiavano di essere beccati dall’insegnante durante le lezioni perché la vita di Tamagotchi non era plausibile, una caratteristica di gioco continuo che è stata rivoluzionaria ed è diventata una caratteristica chiave di molti giochi futuri. Dalla sua uscita, Bandai ha venduto più di 91 milioni di unità Tamagotchi e la società rilascia e vende ancora nuove versioni ogni pochi anni, sempre con tre pulsanti. Il suo successo, secondo Bandai, è perché fa appello all’istinto nutritivo umano e ha offerto ai bambini un senso di responsabilità e obbligo di mantenere vivo e vegeto il loro animale domestico digitale.

Come Tamagotchi ha cambiato il gioco (e se davvero così è stato)

È importante sottolineare che Tamagotchi è stato anche uno dei primi videogiochi a prendere di mira principalmente le ragazze in un’epoca in cui console come Nintendo erano presenti esclusivamente nella sezione maschile di Toys R Us. Con la stessa rapidità con cui erano arrivati, i giocattoli tascabili sono praticamente scomparsi, in gran parte sostituiti dagli smartphone, mentre il gigante dei giochi Nintendo ha preso il concetto e lo ha incanalato nella sua serie di grande successo Nintendogs.

Nel tempo poi sono emersi dei simulatori di vita sempre più complessi sono emersi anche sulle grandi piattaforme di gioco. La nuova generazione di Tamagotchi “collegherà i fan a livello globale” con un dispositivo creato per il “moderno mondo digitale”, secondo il comunicato stampa di Bandai. Tamagotchi Uni consentirà ai fan di connettersi tramite il Tamaverse, il metaverso per il mondo Tamagotchi, e giocare insieme alle funzionalità Tama Arena, Tama Parties, Tama Fashion e Tama Travel di Tamaverse. I personaggi Tamagotchi avranno anche look, personalità e persino hobby diversi, mentre la possibilità di connettersi al Wi-Fi consentirà agli utenti di connettersi, personalizzare i propri personaggi e avere accesso a contenuti scaricabili e aggiornamenti. Anche i personaggi Tamagotchi parleranno per la prima volta, con una scelta di sette lingue: inglese, spagnolo, francese, tedesco, italiano, portoghese e giapponese.

Il futuro è un eterno ritorno di mode e trend del passato?

Alzi la mano chi si sarebbe aspettato dal futuro tutta questa attenzione, anche mediatica, per gadget, mode e giochi del passato. Per i Millenials potrebbe anche sembrare una tendenza come le altre, ma per chi c’era negli anni 80-90 e primi Duemila, le cose stanno molto diversamente. Diciamo pure che il fenomeno crescente e imperante del retrogaming è stato salutato con un certo entusiasmo, specialmente per chi aveva riposto a malincuore nel proprio garage il proprio Atari, Amiga, Sega Master System e Commodore 64, ma probabilmente ci si attendeva qualcosa di diverso e di nuovo dal tanto strombazzato futuro. Ed era accaduto qualcosa di simile circa 10 anni fa con la pokermania e con il grande hype derivato dai giochi online di attrattive come quelle della piattaforma di Betway Casino. Non solo un revival dei Take That o delle Spice Girls, che se hanno presa sulle giovani leve, ben vengano e magari perché no sarebbe una buona occasione per rivalutare un decennio che ci aveva regalato emozioni, paturnie e qualche sorriso. Prima del baratro, prima di svegliarci dal sogno in un incubo contemporaneo dove anche il Tamagotchi potrebbe risultare cool e da tipi giusti. Per chi c’era le cose stanno e stavano in modo differente, però!