Scandalo camorristico a Melito: scioglimento del comune e elezioni rinviate

Il Consiglio dei Ministri, su suggerimento del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha preso la drastica decisione di sciogliere il Comune di Melito di Napoli a causa di gravi infiltrazioni mafiose. Questa determinazione è il culmine di un’inchiesta avviata dopo le elezioni del 2021, che ha visto la Direzione Investigativa Antimafia impegnarsi in un complesso percorso investigativo.

L’esito dell’inchiesta ha portato all’arresto di 18 individui di spicco, tra cui l’ex sindaco Luciano Mottola, il presidente del consiglio comunale Rocco Marrone e due consiglieri comunali. Attualmente, gli indagati si trovano in attesa di giudizio, con il futuro politico della città appeso a un filo.

Per gestire l’amministrazione locale nei prossimi 18 mesi, è stata istituita una commissione straordinaria, ponendo temporaneamente fine all’autonomia comunale. Questa non è la prima volta che Melito si trova ad affrontare una situazione del genere; già nel lontano 2005, l’amministrazione guidata da Giampiero Di Gennaro subì un analogo scioglimento per infiltrazioni della criminalità organizzata, sebbene Di Gennaro risultasse estraneo a qualsiasi coinvolgimento.

Il contesto cittadino si era già infuocato nelle scorse settimane, anticipando una futura campagna elettorale. Tuttavia, le elezioni originariamente previste per l’8 e 9 giugno sono state annullate. Un nuovo appuntamento elettorale è stato fissato tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026, lasciando il tempo necessario per fare luce su questa oscura vicenda e ristabilire la fiducia nella governance locale.