La Procura di Napoli Nord ha agito rapidamente in seguito alla sparatoria avvenuta ad Afragola, davanti alla chiesa di piazza Castello, lo scorso aprile. Quattro persone, presunti protagonisti dell’episodio di violenza urbana, sono ora attese in tribunale. Le indagini hanno fatto luce sulla vicenda, risalente a una lite scoppiata durante la notte di Capodanno tra il figlio di una delle vittime e alcuni membri della famiglia Cesarano, accusati di aver esploso fuochi d’artificio vicino all’abitazione della famiglia Dibucci. Da questo episodio, si è sviluppata una catena di aggressioni e minacce, culminata nell’incontro fatale avvenuto dopo la messa di domenica scorsa.
I protagonisti del conflitto, Carmine Cesarano, Agostino Cesarano, Ferdinando Sellitto, Agostino Ramaglia e Ciro Pugliese, hanno dichiarato davanti al giudice di aver agito per legittima difesa, sostenendo di essere stati minacciati nei giorni precedenti. Ciro Pugliese, tuttavia, era già stato scarcerato poiché non erano emerse prove sufficienti per convalidare il suo arresto. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i quattro avrebbero aggredito fisicamente i membri dell’altra famiglia in piazza, utilizzando mazze da baseball, fornite presumibilmente da una donna indagata. Il confronto è degenerato con l’uso di una pistola, da cui sono stati esplosi diversi colpi che hanno ferito tre persone: due appartenenti alla famiglia rivale, ancora ricoverate, e un parente degli stessi aggressori, che cercava di sedare la rissa ed è stato dimesso dopo le cure.
Grazie alle telecamere di videosorveglianza presenti in piazza, la Polizia, sotto il coordinamento della Procura di Napoli Nord, è riuscita a identificare i responsabili dell’aggressione. I quattro imputati devono ora rispondere delle gravi accuse di triplice tentato omicidio, lesioni personali, detenzione illegale di armi da fuoco e intimidazione pubblica con l’uso di armi. Il bilancio avrebbe potuto essere ancora più tragico, considerata la presenza di molte persone nel luogo dell’evento.