A Napoli, una vasta truffa sui crediti d’imposta per un totale di 31 milioni di euro è stata portata alla luce dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza, che ha eseguito un sequestro d’urgenza disposto dalla Procura di Napoli Nord.
L’indagine riguarda crediti fiscali collegati a supposti “investimenti nel Mezzogiorno”, incentivi introdotti dalla legge n. 208/2015 per favorire l’acquisto di beni strumentali destinati a strutture produttive situate nelle regioni del Sud Italia. Approfondendo i dati dei cosiddetti “cassetti fiscali” di alcuni soggetti economici già coinvolti in operazioni precedenti, la Guardia di Finanza ha riscontrato che circa 50 società avevano richiesto crediti d’imposta per somme rilevanti, spesso milionarie, senza aver realmente effettuato gli investimenti dichiarati.
Nell’operazione è coinvolta anche una società londinese, utilizzata per simulare l’acquisto di un sofisticato sistema informatico chiamato “chainbox”. Attraverso dichiarazioni false, alcune imprese avevano inserito nei documenti fiscali l’acquisto fittizio di questi strumenti, gonfiando i valori degli investimenti simulati fino a oltre un milione di euro.
Le analisi sui dati della società britannica hanno permesso di identificare un amministratore, di origini campane, latitante e già noto alle autorità per altre questioni giudiziarie. L’indagine ha inoltre messo in luce una rete di complesse operazioni finanziarie e cessioni di rami d’azienda, studiate per ostacolare il tracciamento dei crediti d’imposta e ottenere profitti illeciti. Ulteriori verifiche notarili hanno mostrato che questi crediti venivano spesso venduti a prezzi di molto inferiori rispetto al loro valore, segnale evidente della loro origine fraudolenta.
Al termine delle investigazioni, 44 persone, residenti in varie regioni italiane, sono state iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di truffa ai danni dello Stato e riciclaggio. Per impedire ulteriori utilizzi illeciti, la Procura ha disposto il sequestro urgente dei crediti. Questo provvedimento segue altri sequestri precedenti della Guardia di Finanza, che hanno consentito di bloccare la circolazione di crediti falsi per un valore totale di 1,7 miliardi di euro.