Somma Vesuviana, imprenditore aggredito e legato in casa: rapina da incubo

Notte di terrore a Somma Vesuviana, dove un imprenditore è stato vittima di una violenta rapina all’interno della sua abitazione. Due malviventi incappucciati, vestiti di nero e armati, hanno fatto irruzione nella proprietà, trasformando una tranquilla serata in un incubo.

L’uomo, che vive con i genitori anziani e utilizza la casa anche come sede della sua attività commerciale, si trovava nella sua palestra privata al momento dell’aggressione. I rapinatori, senza alcuna esitazione, lo hanno minacciato con pistole, colpito con violenza e immobilizzato con fascette e nastro adesivo, legandogli mani e piedi dietro la schiena. Una scena agghiacciante che ha lasciato la vittima in balia dei suoi aguzzini.

La reazione e la fuga

Nonostante il terrore e le ferite, l’imprenditore è riuscito a reagire. Con un colpo di reni, si è liberato e ha cercato di fuggire, riuscendo a chiudere uno dei rapinatori all’interno della palestra. Fuori, però, il complice lo ha aggredito nuovamente, sferrandogli pugni alla testa e tentando di sfondare la porta per liberare il compagno.

La situazione è diventata ancora più drammatica quando dall’interno della palestra sono stati esplosi colpi di pistola contro la porta dietro cui la vittima si era barricata. Nel frattempo, il padre dell’imprenditore, richiamato dalle urla, stava accorrendo, ma i malviventi si sono dati alla fuga prima che potesse intervenire. Anche il rapinatore intrappolato ha infine abbandonato il luogo, mettendo fine a una notte di puro terrore.

“Potevano uccidermi”

“Hanno cercato di legarmi e imbavagliarmi – racconta l’imprenditore, ancora scosso – e hanno sparato più volte contro la porta dietro cui mi ero rifugiato. Racconto tutto questo per sensibilizzare le persone: non possiamo continuare a vivere nella paura”.

L’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nella zona, già sotto pressione per il crescente fenomeno della criminalità. Un video della vicenda, diffuso dal deputato Francesco Emilio Borrelli, ha sollevato ulteriori preoccupazioni: “Questa non è finzione, ma una tragica realtà che si sta diffondendo sempre più”, ha dichiarato. Anche Salvatore Esposito, consigliere comunale di Somma Vesuviana, ha espresso la sua solidarietà alla vittima, denunciando la mancanza di una risposta adeguata al problema.

Un evento che, per fortuna, non si è trasformato in tragedia, ma che lascia una ferita profonda in una comunità sempre più esasperata dalla violenza. La richiesta di interventi concreti per garantire maggiore sicurezza si fa sempre più pressante.