Tassisti napoletani di nuovo contro il Comune: “Nessuna risposta sull’emergenza traffico”

A tre settimane dallo sciopero dei tassisti napoletani, che lo scorso 28 maggio avevano incrociato le braccia per protestare contro l’emergenza traffico in città, non è arrivata alcuna risposta concreta dalle istituzioni. A denunciarlo sono i conducenti non aderenti alle sigle sindacali ufficiali, promotori della mobilitazione spontanea contro “una mobilità urbana ormai al collasso, che penalizza fortemente il trasporto pubblico non di linea”.

Durante la giornata dello sciopero, il presidente della Commissione Trasporti del Comune di Napoli, Gaetano Simeone, aveva annunciato l’istituzione di un tavolo di confronto e promesso l’invio di una richiesta ufficiale per l’installazione di telecamere sulle corsie preferenziali, misura considerata fondamentale per garantire il rispetto delle regole e migliorare la fluidità della circolazione. Secondo quanto riferito dai tassisti, la richiesta è stata effettivamente protocollata con numero PG/2025/490521, ma da allora tutto tace.

“Nessun aggiornamento, nessuna risposta concreta, solo silenzio – si legge in una nota diffusa dai tassisti – aspettiamo che alle parole seguano i fatti. Il presidente Simeone e il sindaco si facciano carico degli impegni presi, anche in campagna elettorale. L’impressione è che la città sia stata abbandonata in favore della politica regionale”.

I tassisti chiedono interventi immediati, concreti e duraturi: “Napoli non può restare ostaggio del traffico. La città ha bisogno di coraggio politico, responsabilità e rispetto. Noi continueremo a far sentire la nostra voce”.

Un grido di allarme che si aggiunge a un malcontento diffuso tra i lavoratori del trasporto pubblico non di linea, che lamentano da tempo l’assenza di misure efficaci per contrastare l’abusivismo, garantire la priorità sulle corsie riservate e snellire una viabilità cittadina sempre più ingestibile.

Il tempo stringe: la mobilità napoletana resta in una situazione di stallo, mentre le promesse politiche – almeno per ora – restano sulla carta.