L’Europa aggiorna le regole dei pagamenti per ridurre le frodi, aumentare la concorrenza e avvicinare l’open banking a un vero open finance. Per le imprese italiane significa rivedere incassi e payout, onboarding KYB, SCA e trasparenza dei costi: è un cambiamento operativo che impatta vendite, supporto clienti e controllo di gestione.
Come, ad esempio, 2payapp.com — una piattaforma fintech con licenza MSB, che offre conti business, pagamenti internazionali (SEPA, SWIFT ecc.) e operatività in criptovalute.

PSD3 e PSR: cosa cambia davvero

PSD3 è una direttiva da recepire negli ordinamenti nazionali; PSR è un regolamento direttamente applicabile e più uniforme nell’UE. Il binomio spinge su SCA rafforzata e antifrode risk-based, diritti più chiari per pagatore/beneficiario, uso ordinato dei dati con consenso e log verificabili. Avanza anche la spinta ai pagamenti quasi in tempo reale (SEPA Instant) e lo stop definitivo allo screen scraping.

Impatto su conti e processi

Nel ciclo “onboarding–incasso–rimborso” cresce la tracciabilità: KYB più rapido ma strutturato, allowlist/blocklist, limiti per scenario di rischio, journaling decisionale. Sul fronte commerciale, A2A, link e QR riducono fee e attrito; i rimborsi devono avere tempi e stati trasparenti, comunicati via notifiche e ricevute standard.

Checklist di conformità

  • Aggiornare SCA e policy antifrode, adottando modelli risk-based e step-up
  • Rivedere contratti e tariffazione: commissioni chiare, tempi e regole dei rimborsi
  • Attivare A2A/SEPA Instant dove migliorano conversione e costi
  • Abilitare logging completo: rifiuti, sblocchi, escalation, audit trail
  • Migliorare UX: stati pagamento leggibili, notifiche, percorsi di contestazione

Che risultati aspettarsi

Con l’allineamento PSD3/PSR le aziende vedono effetti misurabili: più conversioni sui pagamenti (in particolare con A2A/Instant), meno contestazioni e tempi di rimborso più brevi, costo medio per transazione più prevedibile (fee + operatività) e onboarding più veloce con una quota maggiore di pratiche auto-approvate. Questi indicatori diventano la base per forecast e budget 2025.

Piano di adozione in 5 passi

  1. Gap analysis PSD3/PSR: mappare SCA, antifrode, trasparenza e flussi dati, definendo priorità e scadenze.
  2. Onboarding KYB e rischio: standardizzare richieste documentali, soglie, alert e procedure di escalation.
  3. Pagamenti link/QR e A2A: attivarli dove riducono fee e chargeback, con messaggistica chiara lato cliente.
  4. SEPA Instant e stati evento: notifiche per pagatore/beneficiario, SLA pubblici e riconciliazione automatica.
  5. Rimborsi e chargeback: test end-to-end, script per supporto/finanza e reportistica pronta per audit.

Nota operativa

Il 2025 sarà l’anno dei “cantieri” PSD3/PSR. Scegliere provider allineati by design (integrazioni leggere, API chiare, log completi, funzioni white-label) riduce tempi e rischio di retrofit. Chi parte ora trasforma la compliance in leva commerciale: incassi più rapidi, meno attrito per i clienti, governance dei dati pronta per le ispezioni.