Sogno (infranto) di una notte di mezza estate.

Diciamoci la verità, in pochi ci avevano creduto davvero, ma a sperarci c’eravamo tutti.

Si sono rincorse voci per settimane ed a tratti pareva che in città non si potesse parlare d’altro.

“L’affaire Cavani” ha monopolizzato le settimane di ritiro a Dimaro, ha tenuto banco nei discorsi di certa stampa specializzata che millantava indiscrezioni e notizie esclusive.

Tanti i volti e le firme del giornalismo napoletano che hanno ipotecato tanta della loro credibilità per cercare, evidentemente invano, di stuzzicare l’orgoglio di un presidente, Aurelio De Laurentis, che è parso sin da subito sordo a certi richiami. Un mercato, quello del Napoli targato Carlo Ancelotti, che sembra aver chiuso definitivamente le porte ad ogni ulteriore speranza di vedere all’ombra del Vesuvio il nome che infiamma la piazza.

Sarà una bella gatta da pelare per la società che, nonostante i risultati raccolti in questi anni, non riesce a trovare il feeling con un pubblico forse troppo esigente e che ora esige a gran voce le vittorie che da troppo tempo mancano in città.

Giunta ufficialmente la notizia che non ci sarà campagna abbonamenti, per far fronte agli interventi di ristrutturazione del San Paolo, sembra davvero difficile immaginare il catino di Fuorigrotta stracolmo come l’abbiamo visto in questi ultimi anni.

Lo scontro tra i gruppi del tifo organizzato e la dirigenza azzurra sembra essere arrivato ad un punto di non ritorno e da questi presupposti è facile immaginare che non ne verrà nulla di buono.

A questo punto, però, c’è da chiedersi quali possano essere le ambizioni di una società che ha sfiorato il risultato storico nella scorsa stagione e che, soprattutto, ha puntato forte su un progetto tecnico carico di suggestione.

C’è da chiedersi quanto questa rosa, certamente di altissimo livello, ma che indubbiamente pecca in alcuni aspetti fondamentali, possa aver soddisfatto un tecnico come Ancelotti abituato a lavorare con gruppi di top player.

C’è da chiedersi perché, per un investimento economico nemmeno tanto inaccessibile e facilmente ammortizzabile, si sia scelto di interrompere il sogno di mezz’estate di una città che attendeva questo 9 Agosto quasi come un 31 dicembre.

Il mercato ufficialmente non è ancora chiuso, ma resta davvero poco spazio per immaginare colpi di teatro finali, ma in cuor nostro, anche se estremamente delusi, ancora un po’ ci speriamo.